Cinema

Tre Stelle. Il 2014 di Giovanni Bottiglieri

Giovanni Bottiglieri

Un bilancio del 2014: la redazione cinema di Scene Contemporanee seleziona i propri tre film preferiti dall’anno appena conclusosi

 

La stagione cinematografica del 2014 era cominciata male con  American Hustle ma spesso si è risollevata grazie ai grandi maestri e a qualche interessante esordio. David Cronenberg con Maps To The Stars e Martin Scorsese con The Wolf of Wall Street che attraversano ogni tempo sconvolgendo pubblico e critica. Gli attesi Sin City 2 e 300 – L’alba di un Impero, entrambi ispirati dai romanzi grafici di Frank Miller, che invece, non hanno avuto lo stesso impatto dei rispettivi primi della saga. Fra i più rilevanti del 2014 c’è Adieu au Langage, del Maestro Jean-Luc Godard, che apre un canale su un Cinema di cui si obbligherà la visione ai futuri cineasti. In Italia esordisce Sydney Sibilia che, con il suo Smetto Quando Voglio, tratta il tema della disoccupazione giovanile in chiave ironica, ispirandosi alle serie TV americane e conferendo un carattere peculiare a questo film rispetto ad altri prodotti italiani degli ultimi anni. 

3. Maps To The Stars, di David Cronenberg. Toni surreali ma conformi alla verosimiglianza. Pone lo spettatore di fronte a dinamiche della Hollywood privata, trattando le vite delle star, offrendo un punto di vista altamente critico ma non giudicante. L’ironia nera è l’impasto del film che trascina lo spettatore nel mondo dei bisogni inutili.

2. Belluscone. Una Storia Siciliana, di Franco Maresco. Questo film cattura una maschera, Ciccio Mira, organizzatore di feste di piazza dal sapore neomelodico partenopeo nella Palermo dei quartieri controllati dalle famiglie di mafia. Ambienti paralleli e popoli che si intrecciano con vicende storiche di portata nazionale. Maresco, oltre a proporre una visione dall’interno di questi equilibri, ci offre una testimonianza di una visione favolistica dello stato nello stato partendo da una delle branchie della sua cultura, la musica.

1. L’amore bugiardo, di David Fincher. Il film tratta la storia di una coppia sposata che sembra perfetta: il matrimonio è colpito dalla scomparsa della donna, forse rapita o uccisa dal marito. La pienezza di questa vicenda, che in partenza assume svariate caratteristiche del quotidiano, evidenzia il rapporto fra il dramma della persona che scompare e la TV/mercato: l’ossessione e la curiosità morbosa per le persone che tutti i giorni scompaiono è un tema attuale di cui Fincher si serve per ridicolizzare la funzione del talk-show costruito sulle altrui sofferenze e lascia intendere che la famosa “opinione pubblica” è in preda ad un meccanismo che la suggestiona, la manovra e crea immotivati casi di isteria generale.



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