Tre Stelle. Il 2014 di Fausto Vernazzani
Un bilancio del 2014: la redazione cinema di Scene Contemporanee seleziona i propri tre film preferiti dall’anno appena conclusosi
Un cinefilo appassionato ogni giorno combatte col malefico luogo comune che affligge la sua arte preferita: il cinema è morto. Il compito suo è dimostrare la falsità di tale assunto e quale modo migliore di compilare una lista? Su Scene abbiamo preferito limitarci a tre film, il numero perfetto e limitante, un paraocchi per costringerci a tirare fuori le pellicole più amate da noi di quest’anno andato via per sempre pochi giorni fa. Il 2014, come tutti i suoi predecessori, è un pentolone ricolmo di capolavori, vincitori di incredibili premi internazionali, storie mal considerate e film discriminati; la si può guardare da ogni angolazione, la questione della “morte” non sussiste, se così fosse sarebbe impossibile per chiunque riuscire a decidere, non avremmo bisogno di tempo per pensarci, basterebbe pescare in una ciotola contenente pochi nomi a cui affidarsi. Ancora una volta non è stato così e questi sono solo tre piccoli consigli da aggiungere agli altri della redazione.
3. Si alza il vento. Una delle peggiori novità del 2014 è stato l’annuncio di Toshio Suzuki: lo Studio Ghibli cesserà momentaneamente di produrre lungometraggi per mancanza di fondi. Ma anche se dovessero tornare, il Maestro indiscusso dello studio giapponese, Hayao Miyazaki, non tornerà, ha posato il pennello e nel 2014 ha salutato per sempre anche l’Italia con il suo ultimo capolavoro, Si alza il vento, un sogno e una biografia di un uomo il cui desiderio era costruire aerei, vederli volare e non devastati dal fuoco impetuoso della guerra. L’ultima invettiva contro le bombe di Miyazaki è stata sganciata e ha colpito dritto al cuore.
2. Mommy. Possiamo paragonarlo a Orson Welles per un motivo: sono entrambi partiti giovanissimi e non hanno sbagliato una sola volta. Il peso dei lavori di Xavier Dolan è chiaramente inferiore all’autore di Quarto potere, ma le sue pellicole sono un’opera di maestria kitsch capaci di ritrarre corpo e sentimenti delle persone protagoniste. L’espertimento in 4/3 del quasi 26enne Dolan è commovente, facile per certi versi, però è una semplicità costruita a tavolino fotogramma per fotogramma battuta per battura. Il cinema poi è diventato sogno, in 16/9, ricordandoci l’esistenza di un grande schermo da manipolare.
1. Mr. Turner. John William Mallard Turner, sale intere sono a lui dedicate all’interno del Tate Britain di Londra, uno degli artisti più amati nella storia dell’arte moderna britannica. Mike Leigh potrebbe essere il suo corrispettivo: il racconto biografico con Timothy Spall protagonista, Palma d’Oro meritatissima, è un ritratto magnifico, con scene da appendere a una parete per quanto sono belle – la fotografia di Dick Pope nessun Oscar potrebbe premiarla abbastanza -, immagini che toccano al cuore con la sua realtà e veridicità. Leigh si merita i nostri applausi. In Italia uscirà il 29 Gennaio e, ricordate, è necessario vederlo al cinema.