Davide Manuli ripropone la sua regia innaturale per Kaspar Hauser, allontanandosi dalla profondità del Beket, ma allacciandosi ad una teatralità ancora forte e comunicativa.
La storia si ripete nelle immagini di un mondo il cui passato e presente sono fratelli secondo il viaggio d’un talebano in fuga nel film che segna il confermato ritorno al cinema di Jerzy Skolimowski.