La fisicità, la forma e la parola convivono insieme sul palco senza mai sovrapporsi in un gioco in cui i silenzi non sono mai vuoti o segni di suspence ma momenti di ironia allo stato puro.
La noia prende il sopravvento e lascia spazio nel frattempo a una sentita riflessione: a quanto il nudo sia una scelta registica piuttosto semplice da attuare, viste le possibilità dei nostri tempi.
Un'opera sinestesica e multimediale in cui la scenotecnica e lo sfruttamento delle categorie spazio-temporali si intersecano creando nello spettatore uno straniamento, incisivo ma a tratti statico.
La compagnia Monstera trasforma "Leonce e Lena" in una "fiaba sulla necessità di essere e la convenienza di non essere". Leonce come l'Amleto laforguiano è il personaggio che per non soccombere alla noia della vita di corte si trasforma nel regista artifex della scena.
A vent'anni di distanza, torna per "Le vie dei festival", la storica rassegna vittima quest'anno di pesanti tagli economici, "Nunzio" del duo Scimone-Sframeli con la regia di Carlo Cecchi.
“Il testo è una prigione, occorre evaderne! L’attore deve saper entrare e uscire dal personaggio, dismettere i panni della finzione e rivelare se stesso”. Ed è questo che accade in scena, al "Padiglione delle meraviglie" (o almeno quello che sarebbe dovuto accadere)
Dalla penna di Marguerite Yourcener nacque la rilettura in chiave contemporanea del mito della poetessa di Lesbo, ora adattato per la scena da Massimo Verdastro per Manuela Kustermann.
Forte nella bellezza delle immagini, debole nell'impianto drammaturgico, AURE della compagnia TeatroPersona è l'ultimo capitolo della trilogia della Parola Assente.
Aureliano Amadei ci parla del suo modo di raccontare, dal palcoscenico al grande schermo. Nato dalla collaborazione con Duccio Camerini per esistere in entrambe le forme, teatrale e cinematografica, "L'Arma" è in scena al Teatro Vascello fino al 12 maggio.