Un lungometraggio d'esordio a metà tra documentario e fiaba, un viaggio che porta il regista Marco Bonfanti ed il suo protagonista spirito guida Renato Zucchelli a pascolare tra le strade di una Milano ingrigita dallo smog e dal cemento.
Un mestiere antico aggredito dallo stato, quello del Saponaro, attaccato da ogni fronte come se chi lo operasse fosse un criminale. Il regista napoletano Gaetano Di Vaio si lancia alla difesa di quella brava gente che cerca di sopravvivere nella periferia.
La mia bocca, la mia rivolta, il mio nome: un sottotitolo suggestivo per il documentario vincitore del Torino Film Festival diretto da Sylvain George, un'opera originale e toccante sull'immigrazione.