Cinema Festival

Small Axe: Lovers Rock

Stefano Valva

Terzo episodio della miniserie Small Axe di Steve McQueen – presentato alla festa del cinema di Roma – è Lovers Rock. Già il titolo, anticipa il fatto che la musica sarà un elemento cardine, si potrebbe dire post-visione anche una sorta di personaggio all’interno dell’opera (seppur anche gli scorsi due episodi antologici analizzati, soprattutto Mangrove, avessero anch’essi a cuore il tema della musica nelle comunità di colore).

Qui ci troviamo negli Anni ’80, l’opera dura all’incirca 70 minuti, ove lo spazio filmico è risicato, come in una pièce teatrale. Infatti, tutto il minutaggio (o quasi) è ambientato in una casa privata, ove c’è una serata blues e appunto lovers rock, organizzata da ragazzi di colore (la sfumatura razziale salta subito all’occhio, dato che all’epoca in molti quartieri di Londra, ai neri non era permesso entrare nelle discoteche pubbliche o in quelle frequentate dalla gioventù bianca).

Martha e Patty sono due ragazze amanti del rock, in procinto di andare ad una serata a invito nel quartiere. Le situazioni relazionali sono simili a quelle che possono avvicendarsi in discoteca: si prende da bere, ci si incontra con gli amici, i ragazzi provano a corteggiare le ragazze, si consumano droghe leggere. In quella serata, Martha conosce un ragazzo, e tra i due nel bel mezzo di un party a suon di musica contemporanea, si crea subito una forte attrazione fisica, e una conseguente infatuazione.

Tranne che per l’incipit e l’epilogo, l’episodio – come anticipato – è ambientato in un luogo delimitato, che diviene un locus amoenus per la comunità, una sorta di nido per sfuggire alle intemperie del mondo esterno, che non li accoglie, e che li ritiene una minoranza di indesiderati da emarginare.

Eppure, il tema razziale in Lovers Rock è decisamente più sfumato, rispetto ai due episodi recensiti negli scorsi articoli, dato che McQueen fa soltanto captare allo spettatore la società pregiudiziale dell’epoca, attraverso delle scene tanto implicite, quanto significative: quando Martha prova ad andarsene dalla casa (per motivi che scoprirete durante la visione), ove al di fuori dell’isolato un gruppo di bianchi la attende per importunarla, e lei subito fa ritorno allo spazio teatralizzato, come in Carnage di Roman Polanski, quando due dei protagonisti si fermano spesso sull’uscio dell’appartamento, che ha la funzione di dividere lo spazio esterno da quello filmico, il quale li ributta costantemente dentro, come se agisse da calamita; quando la protagonista deve prendere un autobus e parla col controllore; quando il suo amante deve far ritorno al lavoro in officina.

Il resto, è tutto condito da tanta e tanta musica, ove le sequenze nel mezzo della pista da ballo sono così diluite, da trasmettere allo spettatore il senso del tempo di una nottata da giovani bohemien: la camera in piano-sequenza si muove lentamente, girando su se stessa, per inquadrare tutte le coppiette che si formano in pista, e ogni situazione di corteggiamento, positiva o negativa, che si interfaccia in un contesto spassionato.

Nonostante ciò, l’ambiente nel quale si sviluppano le relazioni umane della comunità nera, non è un eden nel quale la malvagità o l’opportunismo non esistono. Anche lì ci sono sia giovani romantici e sentimentali, sia personaggi negativi: ragazzi che sfruttano le ragazze e desiderano da loro solo un’esperienza fisica momentanea; divisioni familiari tra cugini, per esempio; mancanza di empatia tra gruppi di amicizie.

Quindi il nido della comunità è sì un posto positivo, di divertimento, di musica e balli ininterrotti (volti anche a sottolineare, una profonda connessione tra l’arte musicale e l’anima di tali etnie), di etica dello stare insieme, ma allo stesso tempo è anche posto per parassiti, per personalità negative.

Lovers Rock è l’episodio probabilmente più sperimentale del progetto Small Axe, ove McQueen non forma un racconto didascalico/storiografico, né sull’epoca nella quale è ambientata l’opera, né sulle questioni politico-sociali, relative ai diritti civili. Questo invece è un mediometraggio caratterizzato dall’intensa connessione che si instaura tra musica e amore, musica e amicizia, musica e comunità, musica e stile di vita anarchico delle contro-culture. La casa è sia un locus affascinante ed un campione microcosmico delle situazioni umane, che avvengono di riflesso nei macro-contesti, sia una gabbia, un nido che assomiglia più ad un carcere, un purgatorio ove un intero gruppo etnico è destinato a instaurare le proprie relazioni e ad esprimere le rispettive peculiarità caratteriali e ideologiche, perché è rigettato dal resto del mondo, ossia dallo spazio immenso di una metropoli europea, che in Lovers Rock appare sia asfissiante e tetra, sia pericolosa e regressiva. Una semplice abitazione, che oltre ad avere funzione protettiva, ha anche l’unicità di essere essa soltanto lo spazio vitale per le giovani generazioni di colore, in attesa di una complicata progressione culturale.


  • Diretto da: Steve McQueen
  • Prodotto da: Steve McQueen, Tracey Scoffield, David Tanner, Lucy Richer
  • Scritto da: Steve McQueen, Courttia Newland
  • Protagonisti: Amarah-Jae St Aubyn, Michael Ward, Shaniqua Okwok, Kedar Williams-Stirling, Ellis George
  • Musiche di: Mica Levi
  • Fotografia di: Shabier Kirchner
  • Montato da: Chris Dickens
  • Distribuito da: Amazon Studios
  • Casa di Produzione: EMU Films, Turbine Studios, BBC Studios, Amazon Studios
  • Data di uscita: 25/09/2020 (New York), 22/11/2020 (Amazon)
  • Durata: 68 minuti
  • Paese: Stati Uniti, Regno Unito
  • Lingua: Inglese

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