Sento la neve cadere – La presentazione
Sabato 1 marzo, presso la libreria Ubik-Napoli (via Benedetto Croce, 28), la presentazione del libro di Domenico Infante, moderata dalla scrittrice Antonella del Giudice.
Sento la neve cadere, romanzo di Domenico Infante, narra di un napoletano, l’autore, che decide di ambientare la sua storia a Petralia Sottana, un paesino delle Madonie nascosto nella Sicilia impervia delle montagne; una Sicilia molto meno narrata rispetto a quella fortemente caratterizzata e un po’ stereotipata delle grandi città e della costa. L’autore allestisce una storia corale, arricchendola pagina dopo pagina di nuovi personaggi, all’inizio discreti, quasi in sordina, poi sempre più potenti, fino a diventare dalla voce di uno la voce dei tanti che costituiscono una famiglia, una generazione, una classe sociale, un intero Paese a un passo dal neorealismo.
Sento la neve cadere (gennaio 2014) è il primo romanzo di Infante. Segue le opere di narrativa breve Cronache del vicolo (2007), Novanta minuti (2008), Vento e sabbia (2011), tutti editi da Scrittura & Scritture. Questo è il modo in cui l’autore, che sarà presente sabato pomeriggio alle ore 18 presso la libreria Ubik di via Benedetto Croce a Napoli, si racconta:
«La mattina del quattro luglio del 1963 faceva molto caldo a Napoli. Nei vicoli dei Quartieri Spagnoli non entrava nemmeno un filo d’aria e quel martedì mattina si presentava più asfissiante dei giorni che l’avevano preceduto.
La donna s’era svegliata con i segni inequivocabili che suo figlio aveva deciso di nascere proprio quel giorno.
Poco prima della mezzanotte di quel caldissimo giorno di luglio, sul tavolo da cucina della piccola casa del centro di Napoli, con un grido lacerante, nacque Domenico Infante, di professione: curioso.
Da allora più di diciottomila mattine sono arrivate, giorni da occhi aperti, da orecchie puntate in cerca di scene da catturare, suoni da ricordare, canzoni da ascoltare e facce. Decine di migliaia di facce da raccontare, per gioco, per passione, per il gusto di catturare le emozioni e le espressioni che quei racconti disegnano su altre facce.
Io lo so, a lui in questo momento dispiace una sola cosa, una sola, non poter vedere, catturare, memorizzare la vostra faccia proprio mentre state leggendo.
Questo è Domenico Infante».