Sciaboletta (versione corto teatrale)
Attenzione: in questa prima versione dello spettacolo c’è un errore storico, poi corretto nelle repliche teatrali dal vivo. Al minuto 1.15 – Eisenhower e gli inglesi sono in realtà americani.
scritto, diretto e interpretato da Alessandro Blasioli
luci Fausto Tinelli
scenotecnica Fabrizio Bellacosa
Premio delle Giurie Direction Under – Gualtieri (RE)
Miglior testo Festival Short Lab – Roma
“9 Settembre ’43, 5.30 del mattino: una colonna di 40 auto nere sta valicando gli Appennini lungo Via Tiburtina, direzione Abruzzo; in testa alla colonna una Fiat 2800 grigio-verde con i vetri oscurati e le bandierine italiane poste sopra i fanali anteriori.”
Inizia così la fuga di Re Vittorio Emanuele Ferdinando Maria Gennaro di Savoia, a seguito della dichiarazione d’Armistizio proclamata dal Generale americano Eisenhower. Districandosi nella notte fra i selvaggi paesaggi abruzzesi, Re Vittorio Emanuele III troverà non pochi problemi lungo la via per la salvezza: i presidi tedeschi, le bande di paese e l’ombra di Mussolini, che oscura la figura sovrana al punto da farla andare in escandescenza in una invettiva antifascista quantomai attuale. La storia è nota: il vecchio Re 74enne fugge verso la salvezza. Avrebbe potuto evitare la disfatta un comportamento più reale da parte dell’anziano Sovrano?
Con ironia, un linguaggio derivato dalla Commedia dell’Arte ed una scenografia scarna, “Sciaboletta” tira fendenti e pone domande ad una società che pare stia entrando -ancora una volta- in un’epoca nazionalista e di malcelato odio del diverso.