Si avvia alla conclusione la terza edizione del Salerno Doc Festival che ha visto la proiezione di SmoKings del giovane regista torinese Michele Fornasero, sesto e ultimo documentario in concorso. L’opera vede come protagonisti i fratelli Carlo e Gianpaolo Messina e la loro azienda di vendita di sigarette online, la Yesmoke, il cui successo ha messo negli ultimi anni in seria difficoltà le più importanti multinazionali del tabacco, su tutti la Philip Morris che non a caso ha tentato di ostacolare in tutti i modi l’ascesa della piccola impresa piemontese. Una storia intrigante, appassionante e contraddittoria in alcuni punti che il regista ha saputo raccontare in una forma cinematografica molto più vicina al film di finzione che al documentario di stampo classico.

Fornasero imprime al suo lavoro un’impronta tipica del documentario d’inchiesta con tanto di interviste ai protagonisti e didascalie che indicano le date più significative e gli eventi più rilevanti. La bravura dell’autore torinese, tuttavia, è quella di arricchire questa struttura semplice con uno stile registico fresco e dinamico, caratterizzato da un montaggio molto serrato, grafici e sovra impressioni gradevoli dal punto di vista visivo e sequenze fantasiose, tra cui va sottolineata la soggettiva del pacco di sigarette seguito in tutto il suo percorso dal produttore al consumatore. Elementi utili anche a conferire un ritmo concitato all’intero intreccio che in alcuni punti sembra avere i contorni di un giallo o di un film gangster. Paragone, quest’ultimo, azzeccato dal momento che , proprio come accaduto a molti gangster della storia del cinema, i due fratelli torinesi partono dal basso per arrivare a sfidare i colossi americani e le istituzioni con una sfacciataggine ed uno sprezzo del pericolo di chi ha voglia di conquistare il mondo. Ha un forte valore simbolico, in tal senso, l’immagine di Carlo e Gianpaolo ripresi insieme agli altri membri dell’azienda in una posa da malviventi, con sigaro in bocca e vestiti di nero.

È proprio la caratterizzazione dei personaggi a rappresentare un altro punto di forza del documentario. Lo spettatore, infatti, riesce a farsi un quadro ben preciso e delineato della psicologia dei due fratelli e, di conseguenza, a cogliere al meglio il senso dell’intera vicenda e a non farsi disorientare da una sfilza di vicissitudini e legali ed economiche ancora poco chiare. Il grande merito di Fornasero insomma è quello di non perdere mai di vista l’importanza e la forza evocativa che le immagini hanno nel linguaggio cinematografico.