A Girl Walks Home Alone At Night
Ana Lily Amirpour esordisce alla regia trasferendo le atmosfere iraniane al genere horror, aggiungendoci una spruzzata di spaghetti-western alla Sergio Leone
A partire dagli anni Settanta l’horror è entrata in fase post-moderna nella quale i classici vampiri, streghe, lupi mannari e le altre creature della tradizione hanno abbandonato i luoghi i loro habitat naturali quali castelli gotici, foreste e cripte per entrare a contatto con il mondo esterno contemporaneo. Uno spostamento che ha portato ad una inevitabile trasformazione della minaccia che ormai è rappresentata dagli stessi uomini, a dimostrazione di come la vera malvagità derivi dal genere umano e non più soltanto da creature sovrannaturali. Una tendenza che negli ultimi anni ha permesso la nascita di sotto generi come il torture-porn ma anche ibridi che in molti casi si sono rivelati vincenti. Ne è un esempio questo A Girl Walks Home Alone At Night, opera prima della giovane regista Ana Lily Amirpour che fonde alla perfezione la figura del vampiro con una realtà desolata e malfamata.
Bad City è una piccola cittadina abitata da prostitute, papponi e delinquenti di ogni tipo. Una notte gli equilibri della zone vengono messi in pericolo dall’apparizione di una misteriosa giovane donne con un mantello nero (Sheila Vand) la quale pedina prima e poi uccide un boss della zona. La morte di quest’ultimo non rimarrà l’unica e le strade diventano sempre meno sicure. Ma non tutti gli abitanti sono condannati a un destino funesto.
Amirpour non fa niente per nascondere le sue passioni cinematografiche e A Girl Walks Home Alone At Night è a tutti gli effetti una dichiarazione d’amore verso Sergio Leone, la cui influenza appare più che evidente a partire dalla dilatazione dei tempi dell’azione e il continuo indugiare sui primi volti dei protagonisti, le cui espressioni sono scavate in ogni minimo dettaglio per merito di un sapiente utilizzo del bianco e nero. Tutto questo viene accompagnato dalla capacità della regista di sperimentare inquadrature così geometriche da creare immagini simili ad un quadro come quella dei due protagonisti in macchina con in mezzo il gatto Masuka, figura ricorrente.
Questo grande bagaglio tecnico non rimane fine a sé stesso, bensì risulta funzionale a creare un’ambientazione composta da uomini meschini e dal basso valore morale. La loro bassezza è così marcata al punto da ridimensionare l’alone malefico del vampiro, che qui acquisisce fattezze femminili, e fargli assumere un duplice atteggiamento: spietato verso i personaggi ed indulgente nei confronti di quelli dall’animo buono ed ingenuo. Una figura resa al meglio dall’ottima interpretazioni della Vand, abilissima a destreggiarsi in un ruolo basato sia sulla mimica che sulla voce.
Dettagli
- Titolo originale: A Girl Walks Home Alone At Night
- Regia: Ana Lily Amirpour
- Anno di Uscita: 2014
- Genere: Horror
- Fotografia: Lyle Vincent
- Costumi: Natalie O'Brien
- Produzione: USA
- Cast: Sheila Vand, Arash Marandi, Marshall Manesh, Mozhan Marnò, Dominic Rains
- Sceneggiatura: Ana Lily Amirpour