I Am Not Him
Apre il concorso del Festival del Cinema di Roma il film del regista turco Tayfun Pirselimoglu.
Il concorso del Festival Internazionale del Film di Roma si apre con uno degli outsider della line up, ovvero I Am Not Him del regista turco Tayfun Pirselimoglu, autore cinematografico di lunga data, oltre che di una serie di opere pittoriche e due romanzi, ma poco conosciuto anche da parte degli addetti ai lavori, vuoi anche per la scarsa circuitazione dei suoi lavori precedenti che hanno avuto si riconoscimenti, ma sempre a festival non di primissima fascia (come il Montreal World Cinema, per citarne uno). Per questo si attendeva con curiosità di capire come il regista declinasse la propria poetica, vuoi anche per il recente interesse nei confronti del nuovo cinema turco che negli ultimi anni, capeggiato da Nuri Blige Ceylan, ha acquisito crescente consenso ed interesse a livello internazionale.
L’intreccio del film è abbastanza semplice quanto inquietante: l’introverso Nihat conosce al lavoro Ayse, neoassunta come lavapiatti, la quale gli dedica inequivocabilmente delle attenzioni. Dopo vari tentennamenti, l’uomo accetta un invito a cena da lei, e lì inizia una relazione molto strana e a tratti surreale, che sfocia nel morboso quando Nihat scopre una somiglianza impressionante con il marito di lei, finito in carcere per una storia non molto chiara. Nasce così una serie di complicate relazioni interpersonali tra personaggi conosciuti e sconosciuti, che si fonda sul tema del doppio e della reiterazione. I personaggi infatti sono sempre alla ricerca dell’identità di qualcun altro, sia volontariamente (Nihat che diventa il marito Ayse) che forzatamente (la prostituta conosciuta da Nihat nella seconda metà del film che diventa una copia di Ayse, a mo’ di quanto avviene in Vertigo di Hitchcock).
La stesura del film è indubbiamente il punto di forza dello stesso, in quanto i dialoghi sono calibrati magistralmente e contribuiscono a creare un clima di straniamento che sfocia nella risata, dato il clima di irrealtà che permea in tutto il film. Il ritmo tranquillo del film narra la storia con il giusto tempo, soffermandosi quando necessario sui dettagli e contribuendo ad alimentare la sensazione di morbosità che il film trasmette; d’altronde, cosa c’è di più morboso del voler assumere un’identità altrui, dove non intendiamo semplicemente prendere il nome dell’altra persona, ma essere lui, vivere come lui. Tuttavia, in alcuni punti il film si perde in rivoli descrittivi forse un po’ troppo ridondanti, dei punti morti in cui lo spettatore auspicherebbe una maggiore stringatezza per capire dove si vuole andare a parare; probabilmente con 20 minuti in meno ben tagliati, ci troveremmo un film che da buono passerebbe ad ottimo.
Dettagli
- Titolo originale: Ben o Digilim
- Regia: Tayfun Pirselimoglu
- Anno di Uscita: 2013
- Genere: Thriller
- Fotografia: Andreas Sinanos
- Costumi: Yasemen Guzel, Eren Vurmaz
- Produzione: Turchia, Grecia, Germania, Francia
- Cast: Ercan Kesal, Maryam Zarre, Riza Akin, Mehmet Avci
- Sceneggiatura: Tayfun Pirselimoglu