Dallas Buyers Club
Colpisce nel segno Jean-Marc Vallée con il suo Dallas Buyers Club, presentato in prima italiana al concorso del Festival del Cinema di Roma.
Le aspettative sul nuovo film di Jean-Marc Vallée, il regista canadese affacciatosi alla ribalta con C.R.A.Z.Y. nel 2005, che vinse svariati premi internazionali, e poi con altri lavori come Cafè de Flore o The Young Victoria, tutti più o meno oscillanti nella mediocrità, non erano molto elevate; tuttavia Dallas Buyers Club ha sorpreso in positivo, sia per il modo in cui la vicenda viene raccontata, sia per la magistrale interpretazione degli attori, al punto da potersi considerare già un candidato serio ad una possibile vittoria finale (e chissà se non anche a qualche statuetta degli Oscar).
La vicenda raccontata prende spunto da una storia vera, quella di Ron Woodroof, interpretato da Matthew McCounaghey, elettricista e cowboy texano che compie una vita sregolata come possono esserle quelle di un certo contesto sociale nel deserto americano degli anni ’80. Un giorno, per via di una serie di crescenti problemi di salute, scopre dopo accertamenti di aver contratto l’HIV, il virus che da luogo all’AIDS, e di avere solo 30 giorni di vita.
Non accettando questa condanna a morte reagisce e, dopo essersi informato, scopre che esistono all’estero dei farmaci non approvati negli Stati Uniti in grado di poter quantomeno rallentare – poiché la cura non esiste – il processo di morte, contrariamente al dannoso farmaco AZT che si sta sviluppando in quegli anni negli USA per volere di interessi economici legati alle case farmaceutiche. Seppur per interesse personale – almeno all’inizio – legato alle possibilità economiche, Ron, insieme al transessuale Rayon, un trasformato Jared Leto, anch’egli malato di AIDS, decide di fondare il Dallas Buyers Club, un club associativo dove pagando una quota mensile di 400 dollari si aveva accesso a queste medicine che venivano importate illegalmente da tutti i continenti.
Si tratta di un biopic in grado di raccontare una storia di tenacia, che per molti versi ha molte analogie con la controversa questione della cura Di Bella qui in Italia. La sceneggiatura permette di cogliere l’atmosfera di quei tempi, in cui le libertà omosessuali erano ancora di la da venire, specie in contesti dominati dal machismo (è il caso della cerchia di frequentazioni, fatta prevalentemente da cowboy, di Ron pre-AIDS), ed è impreziosita dalla colonna sonora, che recupera pezzi di artisti (Marc Bolan, Amanda Lear) evidentemente legati all’immaginario omosessuale. L’interpretazione dei due protagonisti, un Matthew McCounaghey deperito apposta per entrare meglio nei panni (evidentemente molto stretti) di Ron e un superlativo Jared Leto nella parte del transessuale Rayon, completano l’ottimo film, le cui due ore piene scorrono piacevolmente.
Dettagli
- Titolo originale: Dallas Buyers Club
- Regia: Jean-Marc Vallèe
- Anno di Uscita: 2013
- Genere: Biografico
- Fotografia: Yves Bélanger
- Costumi: Kurt and Bart
- Produzione: USA
- Cast: Matthew McCounaghey, Jennifer Garner, Jared Leto
- Sceneggiatura: Craig Borten, Melissa Walack