Quando Eu Era Vivo
Il regista brasiliano emergente Marco Dutra porta a RomaFF9 nella sezione Mondo Genere il suo horror psicologico a tinte demoniache
La memoria ha avuto da sempre un ruolo portante nella letteratura e nel cinema dell’orrore per la sua capacità di racchiudere ricordi funesti, traumi infantili e di svelare segreti incoffessabili la cui rivelazione porta a tragiche conseguenze. Un elemento da sfruttare sia nei thriller di impostazione più classica, come avveniva in quelli italiani, sia in quelli di matrice psicologica basati più sull’atmosfera che sull’ostentazione del sangue ed altri effetti volti a colpire gli occhi. Questa seconda strada viene intrapresa dal regista brasiliano Marco Dutra che nel suo secondo lavoro, Quando Eu Era Vivo, porta sullo schermo un horror psicologico a sfondo demoniaco molto appassionante e coinvolgente, nonostante la forte carica simbolista gli faccia assumere ritmi ben più lenti rispetto a quella cui è abituato il grande pubblico.
Junior (Marat Descartes), dopo la separazione dalla moglie, torna a casa del padre Senior (Antonio Fagundes) per ritrovare serenità in un ambiente familiare. Il ritorno alla casa dell’infanzia, però, fa tornare nella mente del protagonista una serie di ricordi legate a pratiche di magia nera eseguite dalla mamma su di lui e il fratello per scacciare un demone che tormentava la loro famiglia. Le indagini nel passato causano in lui un cambiamento che lo porta ad essere aggressivo anche con Bruna (Sandy Leah), l’avvenente coinquilina, e Lurdinha (Tuna Dwek), nuova compagna del padre.
Dutra porta sullo schermo un intreccio in cui ogni personaggio vive un profondo e complesso conflitto emotivo. Junior vive una sorta di sublimazione del processo di Edipo scatenato da una mamma quasi mai presente in scena, ma nonostante tutto sempre influente sul figlio che appare come un burattino nelle mani sue e del demone. Il padre invece vive tra un passato tragico e oscuro ed un futuro da vivere con una nuova compagna premuroso e dolce, cosa che lo porta a vivere un doloroso contrasto con Junior.
L’autore brasiliano è molto bravo ad accompagnare questa vena introspettiva con ritmi compassati nei momenti giusti ed un’impronta registica mai tendente alla spettacolarizzazione, come si vede nelle scene di maggior tensione in cui il pericolo viene solo accennato e mai mostrato e non vi è alcuna traccia dei soliti espedienti per creare il facile spavento. Una scelta ravvisabile anche nella breve scena di esorcismo durante la quale non si assiste a nessuna voce modificata o acrobazie tipiche del genere. La sceneggiatura (tratta dal romanzo di Lourenço Mutarelli, A Arte de produzir eefeito sem causa), tuttavia, mostra qualche crepa con alcune trovate lasciate a metà e un finale che non soddisfa del tutto. Il resto viene fatto da un cast nel quale brilla un magistrale Descartes, abilissimo ad entrare nel suo personaggio e dominare la scena.
Dettagli
- Titolo originale: Quando eu era vivo
- Regia: Marco Dutra
- Anno di Uscita: 2014
- Genere: Horror
- Fotografia: Ivo Lopes Araujo
- Musiche: Marco Dutra, Guilherme Garbato, Gustavo Garbato
- Costumi: Diogo Costa, Tarsila Furtado
- Produzione: Brasile
- Cast: Antonio Fagundes, Marat Descartes, Sandy Leah, Gilda Nomacce, Helena Albergaria, Tuna Dwek
- Sceneggiatura: Gabriela Amaral Almeida, Marco Dutra