Milleunanotte
Il racconto del penitenziario di Dozza, in Emilia-Romagna, visto dalla camera di Marco Santarelli in Milleunanotte, in concorso nella sezione Prospettive Italiane al Roma Cinema Fest 2012.
Il carcere: un universo misterioso che, per molti versi, incute paura . Proprio per questo motivo l’opinione pubblica tende quasi sempre ad occultare questo mondo, ad avvolgerlo, escluse rare eccezioni, sotto una cortina di silenzio. Il nuovo documentario di Marco Santarelli, Milleunanotte, cerca di alzare il sipario su questa realtà portando sullo schermo la storia di alcuni detenuti del penitenziario Dozza di Bologna. Il regista racconta le loro passioni, i sentimenti e gli hobby evitando, dunque, di cadere nella scontata rappresentazione della vita in cella, già ampiamente vista e rivista.
L’opera, divisa in vari episodi, trae spunto dalle conversazioni fra i detenuti e degli addetti del carcere riguardo le “domandine”, termine che nell’ambiente indica la richiesta per avere colloqui con il mondo esterno, nelle quali ognuno di loro si apre parlando di sé stesso. Una storia interessante, tra le tante, è quella di Missoui, tunisino, che in cella ha scoperto la passione per la musica rap (non è nuovo il rapporto fra prigione ed arte come ci hanno recentemente insegnato i fratelli Taviani); molto emozionante è la parte in cui il giovane uomo canta la sua canzone dal titolo I’m sorry baby, composta per la figlia di 9 anni mai conosciuta. Altro frangente rilevante e toccante è l’incontro tra l’albanese Armand e la sua fidanzata italiana in cui i due si fanno forza a vicenda per superare questo momento difficile facendo leva sulla forza dell’amore che va aldilà di una semplice cella; tutto ciò, ai nostri occhi, può sembrare un’ovvietà ma non lo è se guardata dal punto di vista di persone che hanno potuto godere poco delle bellezze della vita.
Dal lato tecnico il documentario presenta delle scelte registiche di grande qualità e funzionali al tema. Le riprese di Alfredo Farina, infatti, indugiano molto sui primi piani dei protagonisti dando la possibilità di osservare bene i loro occhi che sono la parte del corpo, per antonomasia, specchio fedele dei sentimenti e delle emozioni. La bravura di Santarelli consiste, infine, nell’usare uno stile molto semplice che conferisce grande spontaneità ai detenuti permettendogli così di stringere un rapporto confidenziale e quasi amicale con lo spettatore.
Dettagli
- Titolo originale: Milleunanotte
- Regia: Marco Santarelli
- Anno di Uscita: 2012
- Genere: Documentario
- Fotografia: Alfredo Farina
- Musiche: Danilo Caposeno
- Produzione: Italia
- Sceneggiatura: Marco Santarelli