Talvolta la ricerca dell’originalità è come una trappola che cattura gli autori di un film in una ragnatela viscosa da cui è impossibile svincolarsi. Il film del regista partenopeo Pappi Corsicato, presentato in concorso alla Settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, rientra in questa categoria. Sceneggiato dallo stesso Corsicato insieme a Monica Rametta e Gianni Romoli, Il volto di un’altra tenta di farsi gioco della società contemporanea, assuefatta al modello fisico e mentale esportato “democraticamente” dalla televisione, tramite la storia di un dietro le quinte con protagonisti due personalità di spicco dello spettacolo.

Andrea (Alessandro Preziosi) e Bella (Laura Chiatti) lavorano entrambi nel ruolo rispettivamente di marito e moglie l’un dell’altro e per uno show sulla chirurgia plastica molto in voga. Lui è il chirurgo affascinante dalle mani d’oro, lei la bellissima conduttrice, la cui bellezza ha stancato gli spettatori, desiderosi di un nuovo volto a cui affezionarsi. Una volontà sfociata nel licenziamento di lei, ma in seguito ad un incidente causato da Tru Tru (Lino Guanciale), inserviente al lavoro nella lussuosa villa di Andrea e Bella, le sorti della coppia si capovolgono con un piano per truffare l’assicurazione e gli italiani tutti, scesi in soccorso dei loro idoli.

Nasce così l’inganno che avrà Il volto di un’altra, altra impersonata dalla stessa Chiatti, sempre solerte nel non deludere i fan della sua pessima recitazione, a cui si eguaglia il collega Preziosi e, purtroppo, lo stesso Corsicato. Il regista cerca la satira e il grottesco, ma sfortunatamente il suo film non poteva essere più lontano da questi due elementi, rivelandosi solo come un’opera mal riuscita. Corsicato ha il successo sulla punta della lingua, ma la sua regia non riesce a trovare le parole né i mezzi per completare la frase che avrebbe reso la pellicola più di un film sempliciotto e, detto con franchezza, anche un po’ stupido. Un fallimento ch’è un dispiacere poiché, nonostante la combinazione di svariati elementi che avrebbero fatto presagire a chiunque il male assoluto, Il volto di un’altra sotto sotto aveva tutti i numeri per riuscire nell’intento di produrre qualcosa di nuovo e di valido per il nostro opaco panorama cinematografico italiano.