Goltzius and the Pelican Company
Il barocco torna al cinema con le geniali trovate visive di Peter Greenaway e le rappresentazioni bibliche e sessuali di Hendrik Goltzius e la sua Compagnia Pelican
Un film del maestro inglese Peter Greenaway è sempre un evento da non perdere, soprattutto se piacciono i film dal forte impatto visivo e un po’ barocchi come Goltzius and The Pelican Company, presentato in concorso nella sezione CinemaXXI del Roma Cinema Fest 2012, e seconda parte di una trilogia dedicata ai “maestri olandesi” che aveva già prodotto nel 2007 Nightwatching (e la sua appendice documentaria J’accuse), dedicato a Rembrandt, e che si concluderà nel 2016 con un film su Bosch, di cui verrà celebrato in quell’anno il cinquecentenario.
Il film si basa sulla vita di un personaggio realmente esistente, Hendrik Goltzius, incisore e tipografo di stampe erotiche nel tardo ‘500 in Olanda; egli convincerà il Margravio di Alsazia (interpretato magistralmente da F. Murray Abraham) nel finanziare una pubblicazione illustrata delle storie del Vecchio Testamento, e per ingolosire maggiormente la corte, propone di mettere in scena sei episodi tratti appunto dalla Bibbia, scelti in base al disvelamento dei tabù sessuali. E così, la storia di Lot e le sue figlie diventa simbolo dell’incesto, di Davide e Betsabea dell’adulterio, di Sansone e Dalila della pedofilia, di Salomè e Giovanni Battista della necrofilia e così via. Il contenuto biblico, considerato sacro e quindi per la nostra società associato al concetto di puro e casto, viene mostrato per quel che è, senza fronzoli, facendo riflettere sul fatto che al giorno d’oggi abbiamo costruito una visione distorta della moralità, che è molto diversa da quella dei secoli passati.
Con un cast per metà olandese e per metà italiano (da segnalare il sempre magnifico Pippo Delbono e le sorprese Giulio Berruti e Flavio Parenti), il film di Greenaway è pura poesia visiva, grazie ad un sapiente gioco di luci e dell’azione scenica; il film risente molto di una concezione teatrale, e la prova ne è il fatto che molte scene vengono girate con macchina fissa e in un unico ciak (si arriva fino a sei minuti di azione consecutiva!). La cosa non pesa assolutamente, grazie alla perfezione scenica che abbacina e all’inserimento dei commenti di Goltzius, che funge un po’ da narratore extra ed intra diegetico, portando il film quasi a metà tra la fiction e il documentario, col contributo del continuo inserimento di rimandi all’arte visiva (come i maestri rinascimentali ad esempio dipingevano le scene bibliche, con tanto di esempi visivi). È sicuramente un prodotto interessantissimo, tra i migliori visti al Festival, che però difficilmente vedremo nelle sale, almeno per il momento, poiché. nonostante il cast in parte italiano. non è stato raggiunto un accordo con alcun distributore.
Dettagli
- Titolo originale: Goltzius and the Pelican Company
- Regia: Peter Greenaway
- Anno di Uscita: 2012
- Genere: Commedia
- Fotografia: Reinier Van Brummelen
- Musiche: Marco Robino
- Costumi: Blanka Budak, Marrit van der Burgt
- Produzione: UK, Olanda, Francia, Croazia
- Cast: F. Murray Abraham, Pippo Delbono, Flavio Parenti, Giulio Berruti
- Sceneggiatura: Peter Greenaway