E la chiamano Estate
Un racconto di purezza e profanità nel malato rapporto di coppia rappresentato con scarsa abilità dal controverso regista italiano Paolo Franchi
Le apparenze ingannano e chi vede da lontano Dino ed Anna, non capirà mai che dietro una coppia perfetta si nasconde un grande problema. Si amano, sono innamorati come quando s’incontrarono il primo giorno ad una festa sulla spiaggia, ma Dino ha un problema: non riesce in alcun modo ad avere un rapporto sessuale con sua moglie. Dino, perverso nel corpo, ma non nel cuore, cerca il sesso più estremo, con prostitute, scambisti e in orge varie, mentre sua moglie rimane nell’astinenza d’un mondo tanto puro da esser surreale. Non c’è del male nella storia scritta da Paolo Franchi, Daniela Caselli, Rinaldo Rocco ed Heidrun Schleef, legata ad un trend lanciato da film di successo come Shame, con cui c’è in ogni caso ben poco per costituire un vero paragone.
Diretto con una certa maestria da Paolo Franchi, E la chiamano estate, titolo preso da un testo di Bruno Martino come contrappunto ad una storia in cui non si parla affatto d’amore tenero, si perde nel peggiore dei modi possibili: la regia sfonda il guardrail e corre fuori strada, insegue un ideale di contrasto tra sacro/profano che non trasuda nemmeno per un solo istante dalla storia di Dino ed Anna. Si ride molto, un mea culpa che gli sceneggiatori dovrebbero recitare dieci volte al giorno per i dialoghi sbagliati scritti da loro, battute forti che invece di crear scandalo distruggono la drammaticità dell’opera, esaltando un errore di tempistica imperdonabile. Non aiuta la voce di Adriano Giannini, inespressiva come il volto del protagonista, il francese ed ex-feticcio di Lars Von Trier, Jean-Marc Barr, terribile nella parte di Dino, poco credibile come ‘malato’.
E la chiamano estate è il peccato più grande del Festival Internazionale del Film di Roma, un’occasione non sprecata, ma stuprata, violentata in ogni suo minuscolo buon aspetto: la trama prende la strada del ridicolo, la regia segue un filone tutto suo che, per quanto a tratti lodevole, porta il discorso da tutt’altra parte dando l’impressione di essere di fronte ad un film doppio. Sfortuna vuole per Franchi che le risate abbiano riempito la sua sala, i fischi il termine della proiezione ed Isabella Ferrari (Anna) lo schermo con le sue ormai note nudità e un viso che ispira più angoscia che bellezza, come vorrebbe invece il film. La Ferrari non sembra una figura angelica, Barr non un uomo perso. Il peggio però si palesa con la terribile fotografia di Cesare Accetta e Vincenzo Carpineta, la cui sovraesposizione voluta, il fuori fuoco in diverse scene, lasciano perplesso uno spettatore accecato dai forti bianchi. Peccato, grande peccato.
Dettagli
- Titolo originale: E La Chiamano Estate
- Regia: Paolo Franchi
- Anno di Uscita: 2012
- Genere: Drammatico
- Fotografia: Cesare Accetta
- Musiche: Philippe Sarde
- Costumi: Alessandro Lai
- Produzione: Italia
- Cast: Jean-Marc Barr, Isabella Ferrari, Filippo Nigro, Luca Argentero, Anita Kravos, Eva Riccobono
- Sceneggiatura: Paolo Franchi, Rinaldo Rocco, Daniela Ceselli, Heidrun Schleef