Alì ha gli occhi azzurri.
Claudio Giovannesi spiana la via agli italiani in concorso al Festival di Roma con un dramma di famiglia sugli immigrati nella provincia romana
Terzo film in concorso al Festival Internazionale del Film di Roma è il primo italiano del trio che si contenderà il Marc’Aurelio d’Oro: Alì ha gli azzurri di Claudio Giovannesi. Aspettative non ce ne sono, sogni molti, il desiderio di assistere ad una pellicola italiana di valore è sempre grande, ma anche questo, sfortunatamente, non è il caso. Si è così di fronti ad un’opera seconda che imbarazza per l’eccessivo razzismo rappresentato da un perbenismo che supera il confine dell’ideale progressista della produzione italiana. Protagonista è Nader (Nader Sarhan), un ragazzo arabo figlio di egiziani dediti alle severe regole della religione islamica, i quali impongono al sedicenne di rompere la relazione con Brigitte (Brigitte Apruzzesi) per non trasgredire il suo essere musulmano.
Non si tratta tanto di trasgressione, quanto di sottomissione alla cultura del paese in cui Nader è nato, la stessa del violento e problematico Stefano (Stefano Rabatti), suo migliore amico, con cui si caccia nei guai accoltellando un rumeno in una discoteca gremita di gente alle due del pomeriggio. Le etnie non si confondono, la multiculturalità è indicata puntando il dito accusatorio contro le varie comunità rappresentate, l’africana, la rumena e soprattutto l’egiziana del nucleo familiare da cui tutto parte. Nader fugge, Giovannesi segue, una macchina da presa incollata sulla spalla dell’operatore e sempre tremante per buona parte della pellicola. Tra incontri e scontri le vicende si consumano dietro banalità che provano a raccontare la storia d’un identità ancora da trovare, la cui verità è però una sola: italiano è meglio.
Il messaggio è chiaro tanto quanto involontario, ma l’eccessivo sottolineare la presenza di differenze radicate nel codice genetico d’ogni persona, è un segnale offensivo che sfortuna – e una certa dose di incompetenza – vuole, non volge a favore della pellicola. La domanda che però sorgerà a tutti è chi sia l’Alì che dà il titolo al film, ma la risposta purtroppo giunge repentina quando ci si rende conto che lo sceneggiatore (lo stesso Giovannesi) ha voluto far di tutta l’erba un fascio utilizzando un nome comune e stereotipato per descrivere l’intera comunità araba. Un po’ come si dice Ivan per i russi ed Hans per i tedeschi, un’idea un po’ deprecabile per un film da dimenticare in ogni suo singolo aspetto.
Dettagli
- Titolo originale: Alì ha gli occhi azzurri
- Regia: Claudio Giovannesi
- Anno di Uscita: 2012
- Genere: Drammatico
- Fotografia: Daniele Ciprì
- Musiche: Claudio Giovannesi
- Costumi: Medile Siaulytyte
- Produzione: Italia
- Cast: Nader Sarhan, Brigitte Apruzzesi, Stefano Rabatti
- Sceneggiatura: Claudio Giovannesi