Rojo
Rojo è un thriller del 2018 diretto da Benjamín Naishtat, presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival e premiato per la miglior regia e la miglior fotografia al San Sebastián Film Festival.
La vicenda si svolge durante la metà degli anni 70 in Argentina, città colpita da un’ondata di violenza politica. L’inizio è strano perché vediamo una casa in cui le persone entrano solo per portare via ciò che c’è di valore, senza spiegazione, ma quella casa sarà poi un punto importante della storia e sarà l’obiettivo di un acquisto disonesto. Dopo, improvvisamente, in un ristorante un uomo (Diego Cremonesi) entra e lancia insulti a Claudio (Dario Grandinetti), un rispettato avvocato. I due escono fuori dal locale, lottano e l’uomo si spara senza uccidersi. L’avvocato decide di abbandonarlo vicino al deserto invece di aiutarlo. Inizia così una continua descrizione del disagio comune di quel tempo.
La disonestà e la violenza mescolati al grottesco sono i temi principali che accompagnano Rojo, film dal ritmo eccessivamente lento. Notevoli sono le frequenti carrellate e i piani sequenza che rendono l’estetica del film interessante e creano una situazione di mistero che deve mantenere attento lo spettatore, pur non riuscendoci completamente.
Passando invece ai colori che sono il vero punto di forza dell’opera, si nota che prevalgono tonalità opache e tendenti al marrone e soprattutto al rosso, che è ripreso anche dal titolo stesso, usato per sottolineare gli omicidi e le sparizioni che si susseguiranno nel film. Ulteriore metafora di questa situazione è la scena in cui un mago fa scomparire una persona.
Ma il culmine di questo stile lo si nota all’interno della scena del viaggio di Claudio con la sua famiglia, in cui all’improvviso l’uomo si ritrova a guardare direttamente l’eclissi, ed ecco che l’intera fotografia si tinge di quel rosso peculiare del thriller e che indica anche un simbolismo collegato all’atmosfera claustrofobica e torbida dell’intera narrazione e al periodo pericoloso che sta colpendo l’Argentina e che viene attentamente descritto dal regista.
Lo scontro iniziale tra i due personaggi ricorda molto di più il western che il thriller e lo stesso vale per i colori; inoltre, questo è l’unico momento che riesce a suscitare una forte tensione in chi sta guardando.
Particolarmente interessante è il personaggio che si aggiunge in seguito: un investigatore cileno di nome Sinclair, interpretato con molta bravura dall’attore Alfredo Castro e caratterizzato in modo grottesco. Ma degno di nota è anche Dario Grandinetti che ha vinto al San Sebastián Film Fest il premio di miglior attore grazie a questa bellissima prova attoriale. Castro e Grandinetti rappresentano le più soddisfacenti recitazioni all’interno del film.
Nonostante il turbamento e la situazione amara che si sviluppa per tutto Rojo e l’affascinante fotografia vintage, purtroppo il film in alcuni punti della trama risulta carente e di conseguenza non risulta piacevole allo stesso modo della fotografia e delle idee simboliche sviluppate da Naishtat.
- Diretto da: Benjamín Naishtat
- Prodotto da: Federico Eibuszyc, Barbara Sarasola
- Scritto da: Benjamín Naishtat
- Protagonisti: Darío Grandinetti, Alfredo Castro
- Musiche di: Vincent Van Warmerdam
- Fotografia di: Pedro Sotero
- Montato da: Andrés Quaranta
- Distribuito da: Distrib Films (USA)
- Casa di Produzione: Pucará Cine, Desvía, Ecce Films, Suthor Kolonko, Viking Film, Bord Cadre Films
- Data di uscita: 12/09/2018 (San Sebastian), 12/07/2019 (USA)
- Durata: 110 minuti
- Paese: Argentina, Brasile, Francia, Olanda, Germania
- Lingua: Spagnolo