La drammaturga e regista Rita Frongia ha presentato al Pimoff di Milano il 22 e il 23 novembre il suo Lilith, un emozionante one-woman show, un progetto maturo e ambizioso che prende vita sul palco grazie all’interpretazione straordinaria di Angela Antonini, che accompagna il pubblico nel mito arcaico e maledetto di Lilith.

Lilith è la presunta prima compagna di Adamo, il cui rifiuto di sottomettersi a lui la condanna all’esilio, trasformandola in un demone notturno. Nel corso degli anni, si è affermata come simbolo potente di ribellione e indipendenza, diventando un personaggio dalla storia intricata e controversa.

La presenza vibrante di Angela Antonini porta nuova vita a questo mito millenario. La sua performance coinvolge il pubblico offrendo una reinterpretazione fresca e appassionata della storia. Il senso di inadeguatezza di Lilith non è raccontato, ma viene vissuto attraverso l’interpretazione dinamica e coinvolgente di Antonini. Il suo talento trasforma il palco in uno spazio magico in cui il pubblico può immergersi completamente nella narrazione esplorando i temi della ribellione e dell’indipendenza che risuonano veementi ancora oggi.

Tre ring light, uno sgabello, un microfono e l’esperienza di un’attrice. Non serve altro per creare l’atmosfera onirica in cui si sviluppa lo spettacolo, lo spazio viene abitato e dominato. Il monologo visionario di Rita Frongia è prezioso e attuale: al centro, l’autoaffermazione della protagonista e lo stigma attribuito alla sua figura, che è demone e strega, costretta all’esilio prima e alla fuga poi. Lilith è cattiva… anzi, «cattivona», o almeno è quello che ci hanno insegnato a pensare e questo spettacolo, con la sua capacità di illuminare, si fa ottimo veicolo di riflessione, strumento provocatorio, su un palcoscenico, quello del Pimoff, che è spazio ideale per la prossimità fra attore e pubblico in grado di restituire tutta la forza espressiva della Antonini, i suoi respiri affannati, i movimenti concitati.

Lilith è un’esperienza che sfida i preconcetti, invita alla riflessione e apre nuovi orizzonti sulla potenza della ribellione e dell’individualità. Una performance che lascia il segno.