Arti Performative

Riccardo Buscarini – Cameo

Renata Savo

Recensione dello spettacolo di Buscarini dal titolo “Cameo”, visto durante il Romaeuropa 2012

Un orologio a pendolo che batte velocemente i suoi colpi. Una scena in penombra con fasci luminosi che creano suggestivi e armonici giochi chiaroscurali da film noir. E al cinema s’ispirano Antonio de la Fe e Riccardo Buscarini, membri insieme a Mariana Camiloti della compagnia modenese TIR Danza. Cameo rappresenta, in particolare, un piccolo omaggio al cinema di Alfred Hitchcock, per il suo interesse verso gli effetti della suspense sul pubblico.

I primi minuti avvengono sul luogo di un delitto. Una donna trascina il corpo esanime di un uomo e il modo in cui lo fa è cadenzato dal rumore dei suoi tacchi, registrato e amplificato. Cos’è accaduto?  Un flashback svela allo spettatore l’antefatto attraverso la danza.

La donna e l’uomo sono seduti sul divano e un altro è in piedi alle loro spalle. Il respiro accentuato sul ventre di lei riflette chiaramente la sua tensione; il turbamento, nascosto da un volto impassibile, per l’assassinio che di lì a poco commetterà. Tutto il movimento parte dallo sguardo. I tre pian piano si lanciano delle occhiate intorno, le tipiche espressioni di chi attende con timore l’avvento di qualcuno o di qualcosa. Ruotano, poi, intorno al divano, ma sempre mantenendo le spalle a quell’oggetto centrale che si muove con loro e che funge da appoggio ai loro movimenti, sostegno alle loro paure. Si guardano intorno, mantenendo costanti le loro espressioni di attesa o di stupore. Il pas de trois, poi, all’improvviso, acquista le sembianze di un litigio vero e proprio, svolgendosi attraverso gesti rarefatti e moduli coreografici che, come su nastro o su pellicola, scorrono avanti e indietro nel tempo. Il ritmo e la tensione accelerano culminando in quel gesto, letale per uno di loro, che spezzerà del tutto la tensione e fermerà il tempo, in quel salotto che è sì luogo d’incontro, ma anche di scontri fatali.

Lo svolgimento narrativo avviene in maniera un po’ troppo approssimativa, ma è una trascuratezza ammissibile se si considera l’intento di presentare al pubblico un’atmosfera più che una storia, suggerita anche dal ricordo dei temi musicali presi a prestito dai film più noti di Alfred Hitchcock.

In fondo, la presenza stessa di un tavolinetto su cui sono poggiati una bottiglia di whisky con un paio di bicchieri di cristallo, e di un trio alquanto “classico” – li possiamo bene immaginare come due amanti segreti che hanno cospirato contro il marito di lei – richiama una situazione abbastanza familiare allo spettatore, che lo accompagna a provare quel brivido di cui Hitchcock rappresenta l’eccellente e indiscutibile maestro.  


Dettagli

  • Titolo originale: Cameo

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