Parlare dell’espansione degli orti è uno di quei soggetti cinematografici che mettono il sorriso, perché dietro tutto il male che si può nascondere dietro le vite degli anziani che vi si dedicano, c’è sempre l’esplosione di colore degli ortaggi, dei fiori e dei legumi. Il profumo lo si può sentire attraverso lo schermo. Dopo Andrea D’Ambrosio ed il suo documentario I giorni della merla sul sorgere degli orti urbani, arrivano Marco Landini e Gianluca Marcon per parlare dell’argomento con ancor più leggerezza in 30 minuti di aneddoti, esplorazioni e sorrisi di persone che han preso la vita per quel che è: tempo che passa.

E’ alla Casa del Gufo, centro sociale per anziani, che viene indetto Ortobello. Primo concorso di bellezza per orti, un’iniziativa lanciata dagli anziani stessi, a volte vista con un occhio storto, altre come un’occasione per confrontarsi e lanciare una competizione per ravvivare quelle esistenze appassite immerse in piccoli spazi rigogliosi. Marcon e Landini non vogliono annoiare, né hanno alcuna intenzione di sottolineare alcuni drammi raccontati dai simpatici protagonisti della pellicola, tra cui ci sono vedovi e vedove, ed anche chi ha perso un figlio e non sa più cosa fare nella vita. Si esplorano così le coltivazioni, la bellezza della natura e della vita che ha radice nella terra per esprimere un sentimento di speranza e dolcezza, ma anche di amicizia tra questi uomini e donne che condividono la stessa aria fresca e lo stesso cibo per celebrare un vincitore tutt’altro che invidiato.

In concorso al Via Emilia Doc Fest, Festival pubblico del cinema documentario italiano, è destinato con molte probabilità ad essere il vincitore del premio del pubblico, chiaramente affascinato dalla spensieratezza e spirito di riflessione positivo del film di Landini e Marcon. Un lavoro a due svolto con grande intelligenza e maestria, mai dimentico dell’importanza di un testo o canovaccio di base (Marcon) e, soprattutto, del ruolo primario della tecnica e della luce nel cinema d’ogni genere (Landini).