Arti Performative

#Orizzonti14. I Sacchi di Sabbia // Marmocchio. Una specie di Pinocchio di Marmo

Renata Savo

Subito dopo la performance de I Piccoli Suicidi in ottava rima, a Chiusi per Orizzonti il debutto di Marmocchio, un Pinocchio di “marmo”

Dopo la pioggia che si è abbattuta su Chiusi e sul territorio toscano in prima serata, costringendo l’organizzazione del Festival Orizzonti a posticipare di qualche ora i due spettacoli de I Sacchi di Sabbia in programma, martedì 5 agosto la compagnia è andata in scena con Piccoli suicidi in ottava rima decidendo poco prima di non proporre il “bis” agli spettatori – “bis” che in realtà, ci ha spiegato il regista Giovanni Guerrieri, non consisterebbe in una pedissequa ripetizione di una parte, ma nell’offerta di altri versi che normalmente, per non protrarre oltremisura la durata dello spettacolo, non vengono messi in scena. Tuttavia, il motivo decisivo per quella sera (oltre al ritardo annunciato qualche ora prima), spiega il regista al pubblico subito dopo lo spettacolo, è che dopo la fine dello spettacolo ci sarà anche il loro Marmocchio. Una specie di Pinocchio di marmo. Se gli spettatori hanno apprezzato lo spettacolo precedente e possono restare, sono invitati quindi ad assistere a questo nuovo lavoro. Naturalmente, il pubblico accoglie l’invito e dopo pochi minuti si riparte con questa seconda performance tratta dalla fiaba di Collodi, su cui la compagnia ha in precedenza lavorato in forma di radiodramma andato in onda su Rai Radio Tre, ma in realtà nato «sulle tracce di uno spettacolo realizzato [nel 2000] nelle cave di marmo delle alpi apuane con la presenza di Carlo Monni», l’attore toscano scomparso nel maggio 2013, alla memoria del quale lo spettacolo viene dedicato.

A interpretare il burattino di “marmo” che deve diventare buono, Giulia Solano, vestita di bianco (dovrebbe ricordare nell’aspetto uno dei “Drughi” di Arancia Meccanica) e seduta su uno sgabello. Tutti gli altri personaggi sono “voice off”, dal grillo parlante, alla fata turchina, a Mangiafuoco – quest’ultimo, tra l’altro, in versione napoletana. Dentro un’accurata partitura sonora che si sostituisce del tutto a quella visiva s’innesta la straordinaria performance della Solano: grazie a un’ottima regia, l’attrice attraverso le brillanti modulazioni della sua voce sorprende per l’intensità con cui riesce a “far vedere” intorno a sé il contesto narrativo, muovendo a tenerezza e a compassione gli spettatori, che per la seconda volta, ora, possono applaudire in segno di gradimento.


Dettagli

  • Titolo originale: Marmocchio. Una specie di Pinocchio di Marmo

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