The Possession
L’horror di Ole Bornedal racconta di banalità e picchi di inutilità
Non si può certo dire che, a prima vista, The Possession riesca a comunicare una impressione di straripante originalità (a partire dal titolo). Nemmeno si può dire che la trama riesca a contrastare efficacemente questa sensazione: protagonista è Clyde (Jeffrey Dean Morgan), istruttore di pallacanestro e classico padre fallito, recentemente separato dalla moglie che si consola con il modello di uomo polarmente opposto, un giovane dentista apprensivo e salutista; Clyde continua a trascorrere nella nuova abitazione i fine settimana con le due figlie Hannah (Madison Davenport) ed Em (Natasha Calis) . Proprio quest’ultima, nel corso di una visita ad un mercatino delle pulci, posa lo sguardo su di un piccolo scrigno di legno (del quale l’antefatto ci ha mostrato la pericolosità) che convince il padre a comprare. Lo scrigno si rivelerà fonte di una strana e terribile influenza sulla ragazzina, un’entità antica e malvagia che sconvolgerà l’esistenza di tutti i personaggi in gioco. Insomma, al di là di alcuni particolari, si potrebbe pensare che quest’ultima opera del danese Ole Bornedal finisca per non essere altro che una banale collezione di cliché del genere che fa capo al primo The Exorcist. E non si sbaglierebbe per niente, perché si fa davvero fatica a concedere al film ragioni d’interesse ulteriori. La narrazione procede con la consueta e quindi prevedibilissima struttura che itera picchi di tensione seguiti da piccole evoluzioni nella vicenda, mancando di creatività ed efficacia in entrambi i casi. Le fasi narrative, in particolare, ricalcano con precisione quelle viste in decine di altre pellicole simili, rientrando, in certi casi, a punto tale nello stereotipo che sarebbe bastato caricarle solo un pochino in più per sfociare nell’ambito della parodia: il papà perde il saggio di danza della figlia; le manifestazioni di possessione vengono scambiate per turbe psichiche; si ricorre invano alla medicina finché la soluzione non appare chiaramente affidata alla chiesa, eccetera eccetera. Certo, in questo caso si parla di religione ebraica anziché cristiana, ma naturalmente non si tratta di un degno elemento di innovazione. La scarsa originalità di un film è solitamente solo un punto a sfavore, mentre in questo caso risulta patologica, mortale: il problema di questo film sta nel fatto che la costante sensazione di déjà vu finisce per mettere in secondo piano un aspetto visivo dignitoso e qualche frangente indovinato, impedendo, nel complesso, anche la possibilità di consumarlo in una visione senza pretese: The Possession è un film talmente banale da essere fondamentalmente inutile.
Dettagli
- Titolo originale: The Possession
- Regia: Ole Bornedal
- Fotografia: Dan Laustsen
- Musiche: Anton Sanko
- Cast: Jeffrey Dean Morgan, Madison Davenport, Natasha Calis
- Altro: Sceneggiatura: Juliet Snowden, Stiles White Fotografia: Dan Laustsen Musiche: Anton Sanko Cast: Jeffrey Dean Morgan, Madison Davenport, Natasha Calis