Libri

“Io non parto più. Le cicogne di Marrakech”: migrazione, adozione e ambientalismo in un libro illustrato per bambini

Renata Savo

Lo smartphone è diventato un po’ come il teatro: durante le videochiamate abbiamo, da un lato, spettatori che possono interagire dal vivo in qualsiasi momento e, dall’altro, lo spettacolo in corso. Uno di questi, soprattutto nel periodo che stiamo vivendo, sono i bambini. Antonio guarda verso l’iPhone del papà, intento a riprendere i suoi occhi grandi e sorridenti che si avvicinano alla fotocamera: se il cuore di suo padre avesse una voce e potesse parlare, forse in quel momento pronuncerebbe i versi che il mio collega giornalista Carlo Lei ha scritto per suo figlio: «O per dirlo meglio: / se una testolina – bionda si scompiglia / quando inumidiscono – a due a due le ciglia / quando una manina – su un tavolo imperversa, / la stanza passo passo / dei passetti attraversano incerti, legnosi… / io, sì, tra queste cose minuscole frano […]».
Il cuore non ha voce, ma Antonio sì, e, sentendosi osservato, chiama la zia; “Non c’è zia qui”, gli sussurra il papà, “Nonna, nonna, nonna!”, ribatte il piccolo Antonio speranzoso, ma lo stesso non c’è, perché la zia e la nonna non sono connesse, e il suo papà sta soltanto immortalando nuovi attimi fuggenti su una memoria digitale. Per il piccolo Antonio, però, la zia e la nonna sono sempre di più una sola cosa con lo smartphone: è attraverso il display che entra in contatto con loro ormai da mesi, un numero di mesi che è poco meno del totale della sua vita vissuta.
Non c’è soltanto la pandemia a dilatare e a restringere la percezione dello spazio e del tempo: uno dei grandi problemi che la generazione dei trentenni attuale si sta trovando da anni ad affrontare è la migrazione, e questa non ha curve o picchi e non si arresta con un vaccino. Le famiglie vivono per motivi di lavoro a centinaia di chilometri di distanza e ai giovanissimi uomini e donne del domani restano impresse di quelle, per la maggior parte del tempo, dei volti animati su dei minuscoli schermi. Arriva sempre nella vita di ciascuno, volenti o nolenti, quel momento in cui il desiderio di restare nel proprio nido famigliare e quello di separarsene si scontrano fra loro: cosa fare? Partire o restare? Il conflitto può amplificarsi e generare una paralisi che rende praticamente impossibile operare una scelta. Iniziare a fare i conti con questo tema già nella tenera età può essere utile a comprendere l’importanza di ascoltare il proprio io interiore. Di migrazione parla il libro per l’infanzia Io non parto più. Le cicogne di Marrakech edito da Momo Edizioni, scritto da Carolina Germini e accompagnato dalle illustrazioni di Ginevra Vacalebre. Un testo nato per caso, quando l’autrice, classe 1993, ha avvistato da una terrazza della città marocchina un nido di cicogne. Da lì ha immaginato che la vita di due cicogne, Sandy e Daisy, potesse intrecciarsi ed essere metafora di una storia di coraggio e di formazione. Le prime pagine sono ambientate in Olanda. Qui Daisy ha tre anni, ha perso i suoi genitori naturali e Sandy l’ha adottata con amore. Sono praticamente inseparabili, finché un giorno non tocca partire, perché «Le cicogne sono […] uccelli migratori e ogni anno, in autunno, partono alla ricerca di luoghi più caldi in cui trascorrere l’inverno. Partono e poi ritornano. Il loro nido rimane sempre lì ad aspettarle! La migrazione è un viaggio di andata e ritorno. Sempre.». Sandy, però, cicogna anziana, per la prima volta non se la sente di affrontare il lungo viaggio, e affida Daisy alle sue compagne per consentirle di riuscire a intraprendere un percorso che sarà fondamentale nella sua vita e rappresenterà una sorta di rito di passaggio. Inizialmente titubante, Daisy viene incoraggiata da Sandy grazie a un semplice gesto che simboleggerà la sua costante presenza “virtuale”, il dono di un filo risso da annodare alla zampa che le ricorderà di lei. Grazie a questo gesto Daisy arriverà, insieme alle altre cicogne, fiduciosa a Marrakech e ne resterà colpita al punto da decidere di non partire più. Scoprirà che crescere significa trovare una propria identità ed essere in grado di prendere decisioni che possono andare controcorrente, come quella di immaginare il proprio nido altrove, lontano da casa. Attraversato costantemente dalle vivaci illustrazioni a colori di Ginevra Vacalebre, Io non parto più è una lettura agile e perfetta per bambini di età prescolare e scolare, in grado di toccare numerosi temi, tra cui l’ambientalismo e la convivenza tra esseri umani e regno animale.



Una selezione delle notizie, delle recensioni, degli eventi da scenecontemporanee, direttamente sulla tua email. Iscriviti alla newsletter.

Autorizzo il trattamento dei dati personali Iscriviti