Nogu Teatro // P. Butterflies
Tra le compagnie ospitate al festival Dominio Pubblico – la città agli Under 25, Nogu Teatro, con un testo che inneggia alla vita attraverso una storia d’amore e morte
Nella capitale, quello che dal punto di vista teatrale è accaduto dal 30 maggio al 4 giugno con il festival Dominio Pubblico – la città agli Under 25, ha permesso di accantonare il furore per le questioni politico-amministrative che riguardano il Teatro Eliseo, senza poter far a meno di ricordare, però, la mancanza, la nostalgia, di un luogo fisico, il Teatro dell’Orologio fino a pochi mesi fa cardine della nuova drammaturgia. Non è mancato, tuttavia, lo stesso ottimismo che da quattro anni permea lo spirito della manifestazione, la quale coniuga le forze e le ideologie di due tra le realtà più interessanti di Roma, il Teatro Argot Studio e lo stesso Teatro dell’Orologio.
Quest’anno il messaggio del festival diretto da Luca Ricci ha trovato riscontro nel pensiero che «Nessuno può appropriarsi in maniera esclusiva di ciò che è di Dominio Pubblico», e ha risuonato ancora più forte che nelle precedenti edizioni, come un invito, prima di tutto, all’essere solidali verso una situazione reale, soprattutto romana, della necessità di spazi. Se n’è parlato molto negli ultimi mesi, e la discussione ha incontrato il suo apice in una vera e propria assemblea cittadina ospitata al Teatro India, che ha evidenziato tra le righe quanto la crisi necessiti un’azione solidale, che dovrebbe investire non soltanto l’ambiente romano o la categoria degli Under 25, ma tutti gli addetti ai lavori del settore.
Oltre alla solidarietà e al sostegno del Teatro di Roma e del Nuovo Cinema Palazzo, l’edizione di Dominio Pubblico appena trascorsa, non a caso dunque, ha registrato un incremento delle reti di partenariato nazionale: dalla collaborazione con il progetto MigrArti, al riconoscimento del bando Siae/SiIllumina, al patrocinio del V Municipio di Roma.
Spostata la programmazione al Teatro India, spazio che da diversi mesi ha inglobato gli appuntamenti del Teatro dell’Orologio consentendo alle giovani realtà e ad artisti del panorama “off” di esibirsi davanti a un pubblico in parte diverso, Dominio Pubblico ha confermato e accentuato la sua identità di vetrina e incoraggiamento della creatività giovanile, affiancando al teatro tanta musica (accolta nell’arena esterna, riaperta per l’occasione).
Mediamente alto è stato il livello di qualità degli spettacoli in programma selezionati dalla giuria Under 25 del festival (da noi seguito da venerdì 2 a domenica 4).
Qui, venerdì 2 abbiamo visto P. Butterflies, uno spettacolo di Nogu Teatro dalla duplice anima, cerebrale e delirante, scritto da Damiana Guerra e diretto da Ilaria Manocchio. Un uomo vicino alla morte (Valerio Riondino) – forse un artista, forse un poeta – cerca la forza per andare avanti nel calore del giorno, nella sensazione di speranza emanata dalla luce. È seduto di spalle al centro della scena, in penombra, mentre in proscenio danzano, confessandosi le rispettive solitudini, una figura femminile (Agnese Lorenzini), vestita di bianco ed eterea, sorridente e allegra, e un ragazzo che è il suo opposto (Aleksandros Memetaj), o meglio, la sua parte complementare. Genuini, fragili come ali di farfalla, i due comunicano il “bisogno di esprimere” cercando l’uno nell’altro il proprio riflesso, e allo stesso tempo la ragione e la finalità ultima. Vi si alternano, rincorrono e confondono immagini fisiche e sensazioni emotive, febbrile azione dello scrivere (su tre lavagne nere poste sullo sfondo e a lato della scena) e verbalizzazione del pensiero, per una storia che è insieme d’amore, vita e morte, individuale e universale, e che, almeno per come è stata trasposta, si presta a molteplici livelli di lettura. In balìa del destino mortale del giovane, potenziale alter ego dell’uomo di spalle, l’atto di disseminare tracce del proprio passaggio, con mente e corpo, che difatti nella regia assurge a un livello poetico di performatività, rappresenta un’invocazione alla vita, vista come «limite» e «potenza»; poca cosa l’esistenza, rispetto all’infinità dell’universo che nel lessico aritmetico, oltretutto, si esprime con un segno grafico, citato in conclusione allo spettacolo, che ricorda la forma stilizzata di una farfalla.
Il testo di Damiana Guerra, sincero e profondo, si fa carico di un’emotività delicata, sussurrata. L’autrice guarda al sentimento in modo “biologico”, ne viviseziona le cause; le sue emozioni, trasferite nella scrittura, diventano battito, massa fisica, entità misurabili (ricordando in questo 21 grammi, il film di Alejandro Inarritu). Spesso assonanti tra loro e reiterate, trasognate, le parole paiono scavare all’interno dello stesso corpo descritto per catturare ed esprimere – qui letteralmente (“ex-premere”, “premo fuori”) – quella che nelle neuroscienze viene definita “intelligenza del cuore”, una forma di sensibilità legata alla comprensione dei meccanismi dell’anima.
Dettagli
- Titolo originale: P. Butterflies
- Regia: Ilaria Manocchio
- Anno di Uscita: 2017
- Cast: Aleksandros Memetaj, Agnese Lorenzini, Valerio Riondino
Altro
- Testo: Damiana Guerra
- Visto il: Venerdì, 02 Giugno 2017
- Visto al: Teatro India, Roma, per Dominio Pubblico