Cinema

Nella casa

Valentina Esposito

L’insoddisfazione e la realizzazione a confronto nel morbido scontro generazionale del film di François Ozon sull’incontro tra un maestro ed il suo sogno perduto nel talento d’un suo giovane alunno.

Nella casa, ultima fatica del regista francese François Ozon. si rivela essere un delicato e accattivante film sospeso tra thriller e commedia, liberamente ispirato dalla pièce teatrale El chico de La ultima fila di Juan Mayorga. Letteratura, cinema, voyeurismo, realtà e finzione si incrociano fino a confondere il pubblico, regalandogli una piacevole lezione di cinema e letteratura.

Professore di Lettere presso il Liceo Flaubert, la giornata di Germain (Fabrice Luchini) comincia con la correzione di raccapriccianti temi in classe firmati da ragazzi svogliati e sintetici nella narrazione del loro week-end, ma solo uno fa eccezione: Claude (Ernst Umhauer), il classico ragazzo da ultimo banco diverso dai coetanei per genialità e spirito critico. Il ragazzo stila un’interessante tema in cui racconta, attraverso il suo sguardo, quanto accade e sia degno di nota nella casa dell’amico Rapha (Bastien Ughetto) che aiuta in Matematica. Una descrizione così seducente sempre terminata con un continua in calce, al punto da finire per trasformarsi in una novella a puntate scambiate fugacemente tra una lezione e l’altra, e che legano professore/maestro e studente/allievo rendendoli spettatori e attori delle vicende drammatiche della famiglia di Rapha.

Nella casa è un film che offre molteplici letture, privilegiando sempre un punto focale diverso: c’è una storia che guarda con sarcasmo ai sogni sempre disattesi della borghesia, c’è il rapporto che l’artista-demiurgo ha con la sua opera che vede la completa riuscita nella fruizione dello spettatore, e poi c’è il legame indissolubile arte e vita, dove l’una si ciba dell’altra. C’è quindi bisogno che accada qualcosa da osservare, in fondo tutti siamo (in)consapevolmente dei voyeur, ma c’è bisogno anche di una forte immaginazione da dosare con cura: chi allora trova il modo di trasformare in arte quella forma in noi innata di voyeurismo diventa uno scrittore, così Claude dotato di acuto spirito di osservazione riesce lì dove Germain aveva fallito da giovane, facendo di lui ora un editor che offre suggerimenti di scrittura, ora un lettore disincantato. L’uno finisce sottilmente per avvincere l’altro, facendo metafora dell’incantevole rapporto complice tra artista e spettatore ben simboleggiata quando Germain si ritrova “ospite” (in)visibile all’interno della maison, nel momento “creativo” di un Claude disperso tra desideri e immaginazione.

Denso il contenuto, accurata è la forma: raffinati e (im)percettibili giochi di specchi hitchcockiani, sguardi in primo piano e dialoghi coinvolgenti rendono oscillante la realtà dei protagonisti e la comprensione dello spettatore, a cui se qualcosa sfugge non resta che guardare nell’attesa di un prossimo continuo.


Dettagli

  • Titolo originale: Dans la maison
  • Regia: François Ozon
  • Fotografia: Jérôme Alméras
  • Musiche: Philippe Rombi
  • Cast: Fabrice Luchini, Ernst Umhauer, Kristin Scott Thomas, Emmanuelle Seigner, Denis Menochet, Bastien Ughetto, Jean-François Balmer
  • Sceneggiatura: François Ozon

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