Cinema

Napoli Comicon 2016. Quel dialogo mancato tra Cinema, Videogiochi e Doppiaggio

Valentina Esposito

Un Napoli Comicon da tutto esaurito ha ancora un problema da risolvere: la gestione degli incontri di settore sparsi tra i sei enormi padiglioni della Mostra d’Oltremare.

Si  è conclusa anche quest’anno l’avventura del Napoli Comicon, giunta alla sua diciottesima edizione dedicata al dialogo tra fumetto e audiovisivo. Ampio spazio è stato dedicato alle serie tv con anteprime, ospiti e curiosità, dalla presentazione di Outcast all’anteprima del primo episodio della nuova stagione de Il trono di spade, passando per l’incontro con Michael Cudlitz, interprete di The Walking Dead. L’attesa in fila per entrare nel famigerato auditorium ha quindi ben ripagato gli appassionati delle serie tv, ma gli incontri meno di pubblico  al Comicon 2016 non sono riusciti proprio tutti a soddisfare le aspettative.

Tra i più destanti curiosità in Sala Italia era quello dedicato al doppiaggio, che in parte ha deluso chi vi si è recato. Ma partiamo dal principio. L’incontro era denominato Doppio duetto IV – 4 chiacchiere sulle varie anime del doppiaggio, e ha visto protagonisti Fabrizio Mazzotta (direttore del doppiaggio e voce di Krusty il Clown), Maurizio Merluzzo (voce di Jacob Frye di Assassin’s Creed: Syndicate), Maura Cenciarelli (voce di Alyssa Milano – Phoebe in Streghe), Alessandro Campaiola (voce di Saitama di One Punch Man), Nunziante Valoroso (curatore dei testi dell’edizione italiana di Fantasia). Un appuntamento consueto sul doppiaggio che quest’anno ha affrontato le varie sfumature del doppiaggio tra anime, film d’animazione e serie tv.

L’incontro è iniziato affrontando uno dei temi più spinosi, caro ai doppiatori quanto agli appassionati del doppiaggio: perché scegliere per alcune pellicole nomi di rilievo della televisione e del cinema, incapaci di poter contribuire a realizzare un prodotto di qualità? In effetti la scelta appare alquanto immotivata, se poi finiamo tanto per vantarci della bravura dei nostri doppiatori. L’errore, molto probabilmente, come hanno sottolineato i presenti è quello di pensare che i “talent” ( attori che provano a fare i doppiatori), possano essere allo stesso livello di quegli attori americani di rilievo che spesso vengono scelti per dare un contributo, di qualità e di prestigio a un film d’animazione.

“I nostri talent non sono i talent americani”, ha concluso Alessandro Campaiola, tra i più attesi dopo il successo riscosso da One Punch Man, e a cui molti ragazzi hanno chiesto consigli per avvicinarsi al mondo del doppiaggio. Le risposte non sono poi così diverse: tanto studio, la recitazione cardine della preparazione di base, ma la casta conta non poco.

Ciò che è mancato è stato la coerenza nello sviluppare un discorso, partendo proprio dai talent, che portasse a soffermarsi maggiormente su quanto sia importante curare nel miglior modo le traduzioni dalle lingue straniere a quella italiana. L’argomento è stato trattato, ma in breve tempo si è trasformato in una collezione di aneddoti e conversazioni da bar che hanno reso impossibile comprendere appieno il discorso. Sorpresa gradita sul finale però, vedere a fine incontro i doppiatori presenti dilettarsi nel doppiaggio al momento di Biancaneve: “una prova di sala” che pur se brevemente ha saputo ben rendere l’idea di quanto sia scrupoloso, preciso e paziente il lavoro e la preparazione chiesta a chi riesce a entrare in sala di doppiaggio.

È un vero peccato però che le intenzioni originarie dell’incontro, affrontare il doppiaggio soffermandosi sulla tecnica, l’importanza della traduzione e la scelta di saper scegliere il giusto cast rapportandosi con tre audiovisivi diversi, si siano dissolte trasformandosi in un modesto intrattenimento.

Non è stato però un caso isolato quello dell’incontro sul doppiaggio. Affrettato, poco curato e liquidato in un’ora è stato anche l’incontro organizzato per parlare di film basati sui videogiochi: dopo mezz’ora di dialogo, condotto da Umberto Moioli di Multiplayer.it e da Antonio Cuomo e Luca Liguori sempre affiliati al portale sui videogame, è stato davvero difficile appassionarsi alla questione. Rapidi accenni all’arrivo nelle sale degli attesi film dedicati ad Assassin’s Creed e Warcraft, un gioco di previsioni ai numeri del box office, e poi quando si è aperto il cuore dell’incontro tutto si è dissolto.

A quale pubblico parla un film tratto da un videogioco? Anche in questo caso gli interlocutori sono finiti per moderare l’incontro in maniera inadeguata, scambi di battute e gusti personali che hanno disfatto ogni possibilità di sollievo. Un argomento quindi così di tendenza, che più di altri avrebbe potuto cercare e dare risposte al dialogo che cinema e videogiochi portano avanti da lungo tempo, è finito per diventare una delle tante attrazioni del Padiglione 6 dedicato al Gamecon. Il tutto tra ragazzini urlanti, performance di gameplay e visitatori dispersi.

Forse il prossimo obiettivo di Napoli Comicon dovrà essere proprio quello di lavorare maggiormente sugli incontri di settore, valorizzandoli attraverso uno spazio e una moderazione coerente e adeguata.



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