Arti Performative

“Metastasis”, l’urlo silenzioso della Terra di Gabriele Marangoni

Lucia Madonnini

Dopo una prima fase digitale, torna Metastasis, la nuova opera realizzata da Gabriele Marangoni per il progetto del LAC Lingua Madre – Capsule per il futuro (Premio Ubu speciale 2021), sviluppata in uno spettacolo intermediale dal vivo. Questo nuovo progetto è il perfetto incontro tra sperimentazione e documentario, dove la voce della performer Francesca Della Monica diventa espressione del grido disperato del nostro pianeta.

Performato per la prima volta dal vivo il 15 dicembre, presso il teatro LAC di Lugano, Metastasis viene presentato con una messa in scena tecnologica, ma allo stesso tempo minimale. Grazie alle doti scenografiche di Luigi De Angelis, attraverso luci, fumo scenico e immagini, viene portata in scena la perfetta unione di sperimentazione artistica e responsabilità sociale.

La performance rappresenta il grido disperato del pianeta Terra, dando voce alle sofferenze causate dai suoi stessi figli che la abitano. Sin dal primo momento, lo strazio provato diventa quasi palpabile agli spettatori: l’inizio è catastrofico, le urla strazianti e angoscianti, piene di dolore di Della Monica fanno pensare ad una sofferenza atroce, insopportabile, poi si trasformano in un lamento come se la nostra terra non riuscisse più a respirare e iniziasse lentamente a soffocare. Le grida, sempre più forti e piene di tormento, di malessere, costringono molti degli spettatori presenti ad indossare delle protezioni. Questo primo frammento viene accompagnato da immagini di un oceano sempre più burrascoso, in concomitanza con l’accrescere degli strepiti, alternate da altre riprese di edifici chiaramente in rovina, arrugginiti, che la natura sta lentamente recuperando. Le immagini vengono proiettate sul pavimento nero del palcoscenico, mentre nella sala le luci creano ombre sempre più tetre e lugubri, che trasmettono un forte senso di inquietudine, di instabilità, rappresentando a pieno l’abbattimento e la rovina verso cui abbiamo trascinato la nostra casa.

Dopo la climax ascendete di strepiti, si arriva ad una sorta di Pangea, dove tutto diviene gradualmente più tranquillo, le grida si fanno sempre più fievoli, fino a diventare dei lamenti appena udibili. Questa distensione viene accompagnata da immagini di boschi verdi e fitti, che danno agli spettatori una sensazione di calma, di pace, come se anche loro, insieme alla Terra, potessero respirare a pieni polmoni l’aria fresca e genuina di quel luogo così incantevole quanto misterioso.

Metastasis è un’opera che entra nel profondo dello spettatore, che lo invita ad impegnarsi civilmente per portare maggiore rispetto e riconoscenza verso il pianeta che ci ospita. Si tratta di un progetto di grande importanza, sicuramente a sostengo di tutte quelle persone, in particolare i giovani, che si battono in strada per richiamare l’attenzione della collettività, verso problematiche che ci riguardano da vicino e che, se continueremo ad ignorare ancora, finiranno per portarci via la nostra unica grande casa.



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