Matmos – The Ganzfeld Ep
Il nome di questo nuovo Ep dei Matmos non è una mera ispirazione, ma il risultato di test di Ganzfeld realmente eseguiti negli scorsi quattro anni a Baltimora e all’Università di Oxford.
L’esperimento Ganzfeld è una tecnica ideata negli anni Trenta dallo psicologo Wolfgang Metzger: i pazienti vengono accomodati su un divano e invitati a coprire i loro occhi con due metà di una pallina da ping pong e ad ascoltare per trenta minuti del rumore bianco. Il test coinvolge una seconda persona, invitata a trasmettere telepaticamente un concetto mentale attraverso la semplice osservazione del paziente, ignaro della sua presenza. Lo psicologo, che conduce l’esperimento, registra e annota le sensazioni e le immagini percepite dal paziente, in seguito raccolte in un tapescript. Lo studio dell’effetto Ganzfeld ha come fine l’analisi delle percezioni extrasensoriali (ESP), che emergono dopo aver inibito i principali organi di senso.
Il nome di questo nuovo Ep dei Matmos non è una mera ispirazione, ma il risultato di test di Ganzfeld realmente eseguiti negli scorsi quattro anni a Baltimora e all’Università di Oxford. I Matmos adattano la procedura ai propri scopi: il concetto trasmesso ai pazienti è stato quello del “nuovo album dei Matmos” e i tapescript sono i fili conduttori delle due tracce inedite, Very Large Green Triangles e Just Waves. L’uscita di questo Ep non solo precede l’arrivo del nuovo album The marriage of true minds, previsto per i primi mesi del 2013, ma celebra anche il ventennale del progetto musicale (e anche della relazione tra i suoi due componenti).
La prima traccia, Very Large Green Triangles, si basa su un solo riff, frutto del subconscio di uno dei pazienti durante una delle sessioni di Ganzfeld, rivelatosi poi un beat ricorrente nei club di Baltimora e un rimando involontario alla colonna sonora del film The Omen, composta da Jerry Goldsmith. Il giro viene rielaborato alla propria maniera, diventando un pezzo in classico stile Matmos, con archi e synth che accompagnano un ritmo ipnoelettronico. La seconda traccia è invece il remix di You da parte del dj Rrose, la cui attitudine techno si concilia bene all’andamento dell’album.
Just Waves, oltre ad essere un interessantissimo esperimento teleparapsicologico, è anche una concezione innovativa di struttura musicale. La mezz’ora dell’esperimento Ganzfeld è riportata integralmente ridotta in tredici minuti non per taglio, ma per sovrapposizione di parti. Per ogni immagine c’è una voce cantante: ci sono i due Matmos, ovvero Martin Schmidt e Drew Daniel, Dan Deacon (che ha da poco pubblicato il suo nuovo America), Angel Deradoorian (voce e basso dei Dirty Projectors) e Clodagh Simonds (voce dei Fovea Hex). Ogni linea vocalica segue una sola tonalità, senza variazioni, e recita simultaneamente il tapescript del paziente di Oxford. Il risultato è la completa condivisione dell’esperienza extrasensoriale: la valanga di immagini proveniente da più direzioni e le voci che evocano ossessivamente luci, parole, forme geometriche, e tutto ciò che il subconscio della cavia umana dei Matmos ha potuto partorire.