Mara Cassiani + 7-8 chli // L’uomo perfetto + Hand Play
Due spettacoli diversi la cui comunanza di temi li ha resi quasi inscindibili. Prodotti da Inteatro, nell’ambito del progetto interregionale Teatri del Tempo Presente, L’uomo perfetto di Mara Cassiani e Hand Play di Davide Calvaresi, al festival piacentino “L’altra scena”.
Al Teatro dei Filodrammatici di Piacenza è tempo di “L’altra scena”, il festival di teatro contemporaneo giunto alla sua terza edizione. Un progetto interessante che ha visto esibirsi molte delle realtà artistiche e performative contemporanee tra il prestigioso palcoscenico dei Filodrammatici e il suggestivo scenario del neonato Teatro Gioia, ricavato da una ex chiesa gesuitica e restituito alla città come spazio dedicato alla cultura. Dopo le performance di compagnie come Carrozzeria Orfeo, Carullo Minassi e Scimone Sframeli è stata la volta di Mara Cassiani e i 7-8 chili, i quali hanno portato in scena due spettacoli diversi che però procedono di pari passo, la cui comunanza di temi li ha resi quasi inscindibili. Prodotti da Inteatro, nell’ambito del progetto interregionale Teatri del Tempo Presente, L’uomo perfetto di Mara Cassiani e Hand Play di Davide Calvaresi sono le proposta “under 35” della Regione Marche. Due performance il cui scopo, assolutamente raggiunto, è quello di mettere il pubblico di fronte alla distanza, in questo caso materiale, che separa l’uomo e la donna servendosi del corpo, di una telecamera e di un telo in PVC.
A dare inizio alla serata è Mara Cassiani. L’artista e performer pesarese ha scelto di rielaborare il celebre cortometraggio del regista danese Jorgen Leth del 1967 dal quale ha preso in prestito il titolo. Una voce fuori campo c’introduce, allo stesso modo del documentario di Leth, all’interno del campo d’indagine. La traduzione è proiettata in alto sul fondale ma la posizione delle luci rende quasi impossibile captare quello che appare sulla parete nera. Ci riduciamo così ad avere un incontro ravvicinato con Barbie e Ken, inquadrati dalla telecamera e proiettati sullo schermo come prototipi di uomo e donna cosiddetti perfetti. Che l’uomo perfetto sia allora un uomo di plastica? Nella performance non vengono fornite risposte alle domande. Come si muove l’uomo perfetto? Cosa pensa l’uomo perfetto? L’uomo in carne e ossa sfila con i suoi abiti rifiniti, mostrando i suoi movimenti migliori. Ogni suo gesto è proiettato in video, duplicato e mixato. Alle movenze dell’uomo si sovrappongono quelle della donna; sono coreografie create per essere speculari, per incontrarsi sullo schermo ma non sulla scena. Gli effetti riprodotti sul telo bianco sono ipnotici, le musiche rock-pop anni ’90 come Missing degli Everything but the Girl giocano per rendere la performance fruibile. Mara Cassiani ci saluta canticchiando Lady Blue. Sul fondale ci siamo noi, esseri perfetti, ripresi a nostra insaputa mentre cerchiamo il nostro posto in teatro, inconsapevoli di essere osservati, utilizzati come elementi d’indagine.
È poi il momento di Hand Play: tappa finale di un percorso visivo portato avanti dai 7-8 chili, gioco ironico ma anche mostruoso delle dinamiche scaturite dalle relazioni uomo-donna, realizzato attraverso la ricreazione di spazi e la variazione di prospettive proiettate in video. Una donna, Giulia Capriotti, è alle prese con il corteggiamento di una mano che il ravvicinamento con la telecamera ha reso della sua stessa altezza. Dopo un iniziale rifiuto, la mano conquista la donna prima offrendole un ombrellino per ripararsi dalla pioggia e poi suonandole una musica al pianoforte. Piccoli oggetti e pezzi di carta, che in video diventano vere e proprie scenografie, fanno da sfondo alla convivenza tra i due fino agli inevitabili quanto inquietanti risvolti: l’uomo che tiene la sua donna stretta in una mano, la intrappolarla in un bicchiere di vetro, non le lascia via d’uscita. Un’ideazione, quella di Davide Calvaresi, delicata ma allo stesso tempo invadente, realistica ma anche onirica e a tratti visionaria. Un’intuizione le cui potenzialità vengono sfruttate al massimo per creare qualcosa di nuovo, fresco, una situazione romantica dai risvolti dark e inaspettati. Come i bambini restano incantati davanti allo spettacolo dei burattini di legno, allo stesso modo dalla sala non riusciamo a distogliere lo sguardo da quello che vediamo ricreato sul telo bianco. Il gigante alla fine mostra il proprio volto davanti alla telecamera: dopo averla stritolata e nascosta in un pugno, si alza dalla sua postazione, che lo aveva fintamente nascosto fino a quel momento, e ci congeda anche lui con una canzone: una carezza…in un pugno.
Quelli di Mara Cassiani e di Davide Calvaresi si sono dimostrati due studi interessanti, animati da impulsi vitali e vivaci, capaci rispettivamente di ipnotizzare e incantare lo spettatore nel tentativo di dare una personale visione delle relazioni umane, le quali sempre più spesso appaiono mediate da uno schermo, che sia quello del pc o dello smartphone.
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- Titolo originale: L'uomo perfetto e Hand Play