“Los Reyes” è un film documentario di Iván Osnovikoff e Bettina Perut, vincitore del premio speciale della giuria all’International Documentary Festival Amsterdam (IDFA).

La storia è incentrata su due cani: Chola, attaccata sempre alla sua pallina,  e Football, che ha sempre qualcosa in bocca, i quali vivono nello skatepark di Los Reyes. Intorno a loro ci sono tante altre realtà: cose, altri animali, piante e giovani adolescenti che sono in conflitto con gli adulti e che rifiutano il mondo, dimostrando così il loro lato ribelle e trovando riparo nella droga. Sentiamo infatti parlare i ragazzi con un tono di sfiducia e a un certo punto paragonano addirittura la loro esistenza a quella dei cani, perché hanno una vita in cui non succede nulla a causa della loro pigrizia. Questi dialoghi sono però poco presenti e spesso ripetitivi, essendo aggiuntivi alla narrazione, mentre invece migliori sono i rumori di sottofondo che appaiono naturali e creano atmosfera. Il sonoro è la prova del fatto che si tratta di un documentario di osservazione, in cui lo spettatore deve concentrarsi sui due animali e non sull’ambiente circostante, e sopratutto sull’uso della vista rispetto all’udito.

Utilizzando uno stile poetico i registi inseriscono i 2 cani in ogni scena del film, e tecnicamente migliore è l’uso della macchina da presa con cui riprendono campi lunghi, frequenti primi piani di Chola e Football e ogni loro dettaglio, così lo spettatore può affezionarsi agli animali e vivere la quotidianità di quella giornata con loro in modo empatico, comprendendo ogni loro emozione e applicando il loro punto di vista per vedere il mondo. Stranamente, non vediamo mai i volti umani, proprio come conferma del titolo, cioè che i veri re e protagonisti del film sono i due cani e quindi sono l’unica cosa che il nostro occhio deve vedere. Particolarmente interessante è l’importanza che i registi danno alla natura, inserendo anche immagini di insetti e piante, e facendola prevalere sull’essere umano dimostrando come essa sia la base di tutto.

In “Los Reyes” semplicemente e chiaramente ci viene mostrato come a Chola e Football basta poco per vivere tranquillamente, giocare insieme, divertirsi e fare tutto ciò che vogliono. La descrizione della loro vita avviene in 78 minuti con un ritmo eccessivamente lento, mostrando il tempo che scorre realmente e alternando il silenzio ad umorismo, voci e rumori, ma senza aggiungere mai la musica proprio per rendere meglio il senso della realtà tipico del documentario.