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Lo Scaffale. “Il Grande Gatsby”

Mariangela Sapere

Una vita immolata sull’altare di un sogno raccontata con uno stile sobrio ed elegante nella fumosa New York degli anni Venti.

La nuova versione cinematografica de Il grande Gatsby di Baz Luhrmann può essere un buon motivo per la lettura o rilettura di uno dei capolavori della narrativa americana del Novecento. 

Estate del 1922, la parabola personale di Jay Gatsby ci viene raccontata nel modo in cui è stata vista e vissuta da Nick Carraway, suo vicino di casa e amico. La storia di una ascesa, di un breve brillio e di una rovinosa discesa, cela dietro di sé il più classico dei motivi: il grande amore. A 17 anni James Gats, spinto dall’ambizione, si affranca dalla vita contadina del North Dakota, va in cerca di fortuna e diventa Jay Gatsby. Dopo 5 anni di formazione, passati in giro per il mondo, sulla barca del ricco Dan Cody, approda a Louisville dove comincia la carriera militare e conosce Daisy e, con lei, l’amore immediato e potente. Gatsby parte per la guerra, e decide che non si presenterà dalla sua amata finché non avrà una posizione che lo renderà degno di lei. Daisy intanto sposa il ricchissimo ex giocatore di polo Tom Buchanam. Dopo numerosi viaggi in giro per il mondo la coppia si stabilisce a Long Island, East Egg. Proprio di fonte alla villa di Daisy, a West Egg, separata soltanto dalla laguna, il nuovo Gatsby ha situato la sua sfarzosa dimora. Non vede Daisy da 5 anni, ma il suo sogno ormai è vicino, prima o poi lei approderà ad una delle sue leggendarie e affollate feste.

Ci sono mille modi per descrivere i meccanismi di un amore, di un desiderio, della coltivazione di un sogno che finisce col tramutarsi in ossessione. Questo è il modo di Francis Scott Fitzgerald: «Perfino in quel pomeriggio dovevano esserci stati momenti in cui Daisy non era riuscita a stare all’altezza del sogno, non per sua colpa, ma a causa della vitalità colossale dell’illusione di lui che andava al di là di Daisy, di qualunque cosa. Gatsby vi si era gettato con passione creatrice, continuando ad accrescerla, ornandola di ogni piuma vivace che il vento gli sospingesse a portata di mano. Non c’è fuoco né gelo tale da sfidare ciò che un uomo può accumulare nel proprio cuore».

Francis Scott Fitzgerald dipinge con maestria il ritratto di un’epoca, la vacuità di certi stili di vita, il desiderio di dissoluzione, la brama di vita del periodo del proibizionismo. Mette a confronto la generazione dei padroni dell’America, spudoratamente ricchi, ancorati al mantenimento del proprio status, arroganti, conservatori, falsamente moralisti, rappresentata da Tom Buchanam, quella dell’ambizione, del sogno americano e dell’eroe romantico che si incarna in Gatsby, e la visione più conformista espressa dall’osservatore e narratore Nick. L’irraggiungibilità di un sogno, la morte dell’illusione, la solitudine, la fame di vita, la corruzione, la decadenza, il perbenismo: Fitzgerald affronta tutti questi temi  in meno di duecento pagine dandoci una lezione di scrittura, di sobrietà e di stile.


  • Genere: Romanzo

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