Cinema

L’ipnotista

Vincenzo De Divitiis

Sull’onda del successo dei thriller scandinavi, il regista svedese Lasse Hallström torna in patria per dirigere l’adattamento del romanzo di Lars Kepler.

Dopo l’enorme successo degli adattamenti cinematografici del romanzo Uomini che odiano le donne di Stieg Larsson da parte di Oplev prima e di Fincher poi, il giallo made in Svezia torna sul grande schermo con L’ipnotista di Lasse Hallström. L’acclamato regista scandinavo realizza un thriller psicologico che focalizza la sua attenzione su famiglie distrutte, segnate da liti tra coniugi e afflitte da ombre del passato portatrici di morte. Un film, basato sull’omonimo best seller di Lars Kepler (pseudonimo di Alexander Ahndoril e Alexandra Coelho Ahndoril), dal ritmo discontinuo  e altalenante caratterizzato da alcune notevoli trovate registiche incastonate all’interno di ambientazioni nordiche estranee per il pubblico mediterraneo, ma proprio per questo affascinanti e misteriose.

Il commissario Joona Linna (Tobias Zilliacus) è chiamato ad indagare sul triplice omicidio di una famiglia. Una tragedia il cui unico sopravvissuto è il figlio maggiore Josef (Jonatan Bokman) il quale rappresenta l’unico testimone della scena del crimine se non fosse per le sue pessime condizioni di salute. Viene richiesto così l’aiuto del dottore Erik Bark (Mikael Persbrandt) esperto di pratiche ipnotiche tramite cui riesce a comunicare con il ragazzo. Le parole del giovane, però, alzano il sipario su verità scomode che danno il via ad una serie di eventi pericolosi per i protagonisti.

La mente è il luogo del delitto“, così recita la frase presente sulla locandina del film. È proprio questo il punto cardine della vicenda, ossia la capacità di ricostruire la scena dell’omicidio affidandosi all’ipnosi e alla manipolazione della mente. Hallström, però, non riserva a queste pratiche uno spazio fine a se stesso inserendole piuttosto in un intreccio solido nel quale agiscono personalità complesse e problematiche. A questi elementi soprannaturali attorno ai quali si sviluppano momenti di grande suspense e di forte impatto visivo, il regista affianca infatti la difficile situazione familiare di Erik con la moglie, la solitudine del commissario e il disagio psicologico del piccolo Josef. Quest’ultimo viene interpretato da un brillante e sorprendente Bokman bravo a destreggiarsi al meglio nei panni  di un personaggio ambiguo ed enigmatico distinguendosi all’interno di un cast di certo contraddistinto da prove tutt’altro che valide degli attori. Una buona prima metà offuscata,però, da una seconda parte in cui Hallström inserisce nell’indagine alcuni  elementi superflui che rendono il ritmo leggermente farraginoso e disorientano lo spettatore lasciandolo con troppi punti interrogativi. 


Dettagli

  • Titolo originale: Hypnotisören
  • Regia: Lasse Hallström
  • Fotografia: Mattias Montero
  • Musiche: Oscar Fogelström
  • Cast: Tobias Zilliacus, Mikael Persbrandt, Lena Olin, Helena af Sandeberg
  • Sceneggiatura: Paolo Vacirca

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