Avete mai visto un film di Paul Thomas Anderson? Il regista americano, arrivato al cinema da autodidatta, lasciandosi guidare dai grandi maestri del passato e a lui contemporanei, vanta attualmente la realizzazione di film come Boogie Nights – L’altra Hollywood, Magnolia, Il Petroliere, Il Filo Nascosto, giusto per citarne alcuni.

Quando si parla del cinema di Paul Thomas Anderson aspettatevi un cinema antropologico, di analisi sociologica e, nel dettaglio dei suoi personaggi, di introspezione psicologica. Il singolo personaggio è sempre ben descritto, meglio ancora l’evento e gli intrecci sociali; bisogna star dietro alla narrazione, e i dialoghi perfettamente soppesati danno continui dettagli allo spettatore e lasciano comprendere chi si ha davanti e il dispiegarsi dei fatti. Si resta colpiti dalle conversazioni, così intime, così accurate. E’ un cinema pensato, lontano dall’ordinario.

Se avete voglia di vedere un cinema così, se volete riprendere la filmografia di questo regista, è nelle sale italiane dal 17 Marzo Licorice Pizza, l’ultima sua creazione. Distribuito in Italia dalla Eagle Pictures, candidato a tre premi Oscar: “miglior film”, “miglior regista” e “miglior sceneggiatura originale” e prodotto dallo stesso Paul Thomas Anderson, Sara Murphy e Adam Somner.

Quest’ultima opera è diversa da ogni suo lavoro passato, segno di una forte inventiva e capacità narrativa. I protagonisti sono 2 ragazzi agli esordi, Alana Haim (Alana Kane) e Cooper Hoffman (Gary Cooper); quest’ultimo figlio è il figlio di Philip Seymour Hoffman, compianto attore che ha girato, prima della sua morte nel 2014, alcuni dei film più importanti dell’attuale carriera proprio di Paul Thomas Anderson; chissà che con questo film non si è inaugurato un “passaggio di testimone”, visto che Cooper Hoffman avrebbe tutte le carte in regola per dare il via alla sua carriera.

Siamo nella San Fernando Valley del 1973 e alcuni dei problemi riportati nel film sono attuali più che mai, come la crisi petrolifera di quegli anni, dovuta all’attacco israeliano da parte dell’Egitto e della Siria. A questa condizione Anderson frappone il tentativo di approccio un pò maldestro di un 15enne (Gary Cooper) ad una 25enne (Alana Kane) che si rifiuta di essere definita “fidanzata”. Un gioco fra adolescenti che si rincorrono per l’intero film accompagnati da un cast che ironizza sul cinema, creando uno stato di metalinguaggio; di qui, la conferma di una poetica del cinema indubbia, che conosce ciò che propone e lascia sorridere i più appassionati. Sean Penn (Jack Holden), Tom Waits (Rex Blau) e Bradley Cooper (Jon Peters) appaiono nel film destreggiandosi fra gli attori principali e le comparse, rendendo i primi sempre più veri e autentici; i protagonisti sono Gary e Alana proprio perché là con loro ci sono personaggi hollywoodiani consolidati e conosciuti. Va aggiunto che Bradley Cooper, nei panni del produttore cinematografico, rende sullo schermo una vivacissima interpretazione.

E’ ironico Anderson riproducendo sullo schermo una sensazione di leggerezza che accompagna gli anni dei protagonisti, che sono gli anni della gioventù, gli anni degli azzardi, in cui è possibile fare errori, poichè vengono fatti al fine di imparare; insomma, gli anni in cui ci si affaccia al mondo. Una condizione così, raccontata com’è in Licorice Pizza, può essere solo il risultato di un cinema che studia le persone, le loro relazioni e più in generale il sociale, tenendo conto delle caratteristiche costanti e dei loro processi.