#LeTreLetture. Il 2013 in tre libri
Libri pubblicati, letti e amati nell’arco del 2013. Una piccola classifica a cura di V. Nencini.
A livello di pubblicazioni il 2013 è stato un anno che ha riservato piacevoli sorprese, almeno per quanto riguarda le letture portate avanti dalla sottoscritta. Nello stilare questa sorta di classifica di fine anno ho ritenuto fosse meglio operare delle scelte dettate dalla differenziazione piuttosto che dal mero gusto personale. Ho scelto, quindi, di dare spazio ad una conferma, una piacevole scoperta e un outsider, un romanzo che ha visto in questo anno la sua pubblicazione nel nostro Paese ma la cui prima edizione statunitense risale al 1994.
Ecco quindi al terzo posto:
Joyland di Stephen King
Anche nelle sue opere meno riuscite Stephen King rimane un grandissimo narratore. Con Joyland lo scrittore americano spinge sul pedale del ricordo e della malinconia dimostrando, se ce ne fosse ulteriore bisogno, che la sua concezione di horror è sempre di più ancorata all’uomo e alla metà oscura che dimora dentro ognuno di noi. Il nostro orrore quotidiano ce lo creiamo, spesso, da soli e sono i ricordi, un passato che non riusciamo ad affrontare, un amico perso, un amore finito. Di opera in opera è questo che lo scrittore del Maine sembra comunicarci sempre di più e con sempre maggiore convinzione.
Al secondo, meritatissimo, c’è:
Vite pericolose di bravi ragazzi di Chris Fuhrman
Con uno stile di scrittura lieve senza essere mai banale, Fuhrman descrive le giovani vite di ragazzi perduti riuscendo ad evocare un’epoca e un clima, quello degli anni Settanta, in maniera assolutamente convincente e coinvolgente. Un’opera prima ancora acerba ma estremamente affascinante che fa rimpiangere la prematura scomparsa del giovane autore, stroncato da un cancro ad appena 31 anni. E anche se giunge in Italia a quasi venti anni di distanza resta un esempio di scrittura estremamente attuale e totalmente coinvolgente.
Mentre in cima si trova:
La morte moglie di Ivano Ferrari
Con una poesia aspra e cruda Ferrari accompagna il lettore in un percorso doloroso ed ineluttabile che, attraverso la malattia, arriva alla morte, limite ultimo di ogni esistenza terrena. E non ci concede neppure l’illusione o la speranza di un oltre, di un trascendente che possa essere consolazione e riscatto ma resta saldamente ancorato ad una fisicità respingente impedendoci di distogliere lo sguardo da ciò che lui per primo ha dovuto affrontare e vivere fino in fondo. Una raccolta poetica non per tutti ma di assoluta forza espressiva.