La grande bellezza del Salone del Libro
Un breve sunto dell’edizione 2015 del Salone Internazionale del Libro.
Al Salone del Libro di Torino succedono belle cose. Così belle che anche quelle brutte, come il furto subito da Hacca Edizioni (il cui stand, nella giornata di sabato, si è ritrovato svuotato dell’incasso di tutti i giorni precedenti), danno vita a fulgidi esempi di positività e senso civico, come la spontanea catena di solidarietà messa insieme dagli editori – sotto l’hashtag #TuttiPerHacca – per provare a riempire di nuovo le casse della malcapitata casa editrice.
Questi moschettieri dell’editoria altro non sono che la dimostrazione più alta e tangibile del clima di pace e coesione che è stato possibile respirare fra i variopinti stand del Salone fin dalla sua apertura, la concreta realizzazione di quell’idea di “fare rete” tanto quotata (e, altrettanto spesso, svuotata) dai testi dei comunicati di promozione culturale.
Tutti i legami, gli scambi e le attività del Salone hanno di fatto orbitato intorno al primo, vero protagonista della manifestazione, il libro, presentato e venduto senza discriminazione di formato (un plauso va in particolare alla Emons Edizioni, specializzata in audiolibri) ma, soprattutto, inserito in contesti nuovi e vivaci. Come La bambina fulminante di Paolo Nori – già in ristampa per Rizzoli – che l’autore in persona ha letto e discusso con i bambini delle scuole primarie, sfuggendo alla presunzione degli adulti attraverso la meravigliosa purezza delle domande dei più piccoli.
Ma, com’era giusto e logico che fosse, anche le scuole sono state protagoniste, affollando e colorando i padiglioni del Lingotto con lunghi e rumorosi cordoni umani guidati dal coraggio e dalla pazienza degli insegnanti. A loro puntavano gli eventi dello Spazio Book e le sezioni interattive e ludiche sparse in tutta la fiera, oltre che le lectio magistralis ed i workshop incentrati sulle funzioni e le figure professionali del mondo dell’editoria – fra cui va citato l’intervento “sfarfallante” di Valerio Magrelli sul lavoro del traduttore.
Incontri dal ‘taglio’ tradizionale, come gran parte dei dibattiti interni al Caffè letterario, sono stati affiancati da momenti più ricchi, divertenti e spigliati, dedicati tanto alle trame dei libri da vendere quanto (e forse di più) a mettere in nuce la personalità dei loro autori: dal sempre brillante Aldo Nove de Un bambino piangeva (Mondadori) all’emergente e simpaticissimo Alessandro Sesto di Lascia stare il La maggiore che lo ha già usato Beethoven, direttamente dalla scuderia di Gorilla Sapiens – e con un Angelo Meloni in stato di grazia nel ruolo di mentore e presentatore.
Ogni tematica ha trovato il suo particolare contenitore, dalle discussioni politiche e letterarie di “Fahrenheit” alle visioni scientifiche offerte da personalità quali Piero Angela (in splendida forma per raccontare il suo Tredici miliardi di anni, edito da Mondadori) e Luca Parmitano (astronauta nonché autore del blog ripubblicato in forma cartacea da Rai Eri), senza disdegnare la “critica al testo” in quanto tale grazie ad eventi dalle atmosfere sospese (e anche un po’ sonnolente) come il reading delle poesie di Fernando Pessoa e Rainer Maria Rilke a cura di Mariangela Gualtieri, Lorella Barlaam ed Enzo Bianchi.
E d’altra parte i contenitori hanno spesso finito col condividere forzatamente i propri contenuti a causa di un’acustica non proprio ideale, per via della quale autori e relatori si sono trovati costretti ad alzare la voce per sovrastare quella di eventi contemporanei o accompagnamenti musicali di dubbia attinenza. Folla e rumore di fondo sembrano infatti essere una fra le costanti meno piacevoli del Salone del Libro, pur stando a significarne l’esplosivo successo. Un boom di visite di cui la fiera di Torino può ancora una volta essere orgogliosa, in primis per essere riuscita nella straordinaria impresa di mettere in reale contatto gli ‘addetti ai lavori’ del settore con il loro pubblico – esperto o meno, vasto o di nicchia – e riconfermandosi un appuntamento annuale letteralmente imperdibile.