Intervista ad Alessandra Senso
Alessandra Senso è una dei 15 artisti italiani che ha lavorato al progetto La Tour Paris 13, un palazzo parigino di nove piani destinato alla demolizione che dal 1 al 31 ottobre diventa un’enorme galleria firmata da street artists di tutto il mondo.
Alessandra Senso è una dei 15 artisti italiani che ha lavorato al progetto La Tour Paris 13, un palazzo parigino di nove piani destinato alla demolizione che dal 1 al 31 ottobre diventa un’enorme galleria firmata da street artists di tutto il mondo.
Quando hai iniziato a fare la street artist?
A 14 anni, mi sono trasferita a Bergamo da un piccolo centro della provincia, era un periodo in cui venivano banditi vari concorsi nei centri giovanili e come modo per socializzare ho iniziato a fare graffiti. Molto tempo dopo sono andata a vivere a Milano e qui ho allargato il mio giro artistico, fino a girovagare del tutto, con una svolta verso la street art in senso più ampio.
Come ci si sente a lavorare in un ambiente in cui sono soprattutto maschi?
Ho sempre fatto questo per passione, senza pormi il problema. Forse per i maschi la competizione è più importante e forse ci sono poche donne perché c’è una forte componente di rischio. Non credo che esista discriminazione, alla fine quello che conta è il tuo lavoro, ma prima di essere un lavoro è una passione, condivisa, non c’è differenza, con quei ragazzi, si è fatto più di un pezzo di strada insieme, alcuni sono buoni amici insieme con l´essere artisti.
Perché hai scelto di vivere a Berlino?
Ho fatto la mia prima mostra personale a Berlino nel 2009 e la città mi ha molto colpito. Ho iniziato a prendere dei contatti e nel 2011 mi sono trasferita. Mi interessa la storia della città, gli eventi del secolo scorso, la sua attuale atmosfera multiculturale, il fatto che non ha un centro e molte facce. Mi piace il fatto che venga dato molto spazio ai giovani artisti, anche se alcuni episodi vanno in senso opposto. La chiusura del Tacheles è stata l’ennesimo cambiamento di una città in continua trasformazione e anche recentemente è stato rimosso un altro pezzo del muro di Berlino della East Side Gallery per fare posto alla costruzione di un palazzo residenziale. La controparte culturale rimane comunque sempre molto vitale e la città è un cantiere unico, lo Skyline della città è composto da gru multicolore sempre in movimento come formiche.
Qui ho trovato una dimensione accettabile, riesco a disegnare, a dedicarmi alla mia arte e ho trovato un mestiere che non avrei mai immaginato di poter fare, ho ancora molto da studiare ma fare la guida turistica è molto stimolante e dinamico.
Parlaci della recente esperienza della Tour Paris 13 che si inaugura il 1 ottobre.
Ero a Parigi per un’altra mostra e ho proposto i miei lavori a Christian Omodeo, il curatore della sezione italiana, che ha deciso di includermi fra i 15 artisti selezionati. Ho realizzato la mia opera con materiali poveri, riciclati e trovati in loco, come faccio di solito, c’era anche Awer, che ha lavorato lì nei giorni in cui stavo realizzando il mio progetto. Grande entusiasmo per me, il palazzo è molto simile alle realtà dismesse e abbandonate dove realizzo i miei dipinti o le mie installazioni, per questo mi sono sentita subito a mio agio nel creare qualcosa che non snatura ciòche significa fare street art per me. Questa mostra è particolare, non è una mostra “sulla street art” presa e messa in una cornice che non le appartiene ma è la street art nella sua forma migliore, quella che si appropria degli spazi e si sente libera di esprimersi nel suo concetto.
A quali progetti stai lavorando in questo momento?
Il prossimo evento è Stroke, fiera di arte urbana che si terrà a Berlino prossimamente, dove esporrò per Studio d´Ars grazie a Daniele Decia. Proseguo il mio progetto Derelict Building negli ambienti dismessi. Sto anche lavorando a un progetto sui musicisti di strada a Berlino, che fotografo per poi realizzare dei quadri ispirati alla loro musica, quadri che diventeranno poster per poi ritornare in città. Mi interessa documentare la realtà sociale di questi artisti di passaggio, questa è una città nomade in tutti i sensi, ho fatto 9 traslochi in un anno e mezzo!
Che differenza trovi tra la street art a Berlino e in Italia?
A Berlino esistono dei veri e propri tours sulla street art, la città è tappezzata di grandi interventi su facciate di palazzi. Ci sono molte gallerie e associazioni che se ne occupano e supportano gli artisti, è un fenomeno accettato da tutti, anche se non sempre legale, e sono numerosi gli artisti di passaggio che contribuiscono a far crescere il fermento culturale della città. In Italia la situazione varia da città a città. A Torino ci sono festival e associazioni che lavorano molto per tenere aperti spazi e organizzare eventi di street art, così come anche a Milano, Roma e Napoli. Organizzare un tour della street art in Italia non è affatto scontato come ipotesi futura.