#INDIaloghi. Intervista a Marco Frullanti
Nel panorama dell’editoria indipendente, il punto di vista, aggiornato e alternativo, di Nativi Digitali Edizioni.
Editoria esclusivamente digitale per scelta: è il caso particolare, nonché marchio di fabbrica, di Nativi Digitali Edizioni, il cui addetto alla gestione editoriale e social media manager Marco Frullanti ha risposto alle domande di Francesca Fichera.
Stilando una top 3 dei problemi che in questo frangente affliggono l’editoria italiana, quali voci indichereste e perché?
I problemi dell’editoria italiana purtroppo sono parecchi. Quelli che potrebbero essere i più importanti sono
– Il calo continuo dei lettori
– L’incapacità, per vincoli economici, strutturali o proprio culturali, ad attuare un vero rinnovamento, e non solo di facciata, che sappia combattere il primo punto
– Il “cartello” di grossi gruppi editoriali da una parte e la frammentazione in tante realtà di nicchia magari ricche di potenzialità ma isolate
Nativi Digitali – lo suggerisce il nome, del resto – pubblica solo in e-book: i vantaggi e (se ci sono) gli svantaggi che questa scelta comporta.
Partiamo dagli svantaggi per toglierceli subito: banalmente, il mercato degli e-book in Italia è ancora molto piccolo, pur se in crescita, e ciò crea grossi vincoli di natura economica e non solo (molti autori non guardano di buon occhio la pubblicazione solo in formato digitale). D’altro canto, i vantaggi sono nell’abbattimento dei costi e di tutta una serie di attività che non hanno molto a che fare con quelle creative. La “fluidità” degli e-book permette di osare con pubblicazioni che prima non sarebbero state alla portata di un piccolo editore, per forma ma anche per contenuto.
Come più volte ribadito dai vostri comunicati, l’editoria a pagamento è una piaga da temere, e anche da combattere. Ma l’opposizione fa la qualità? Ostacolare gli editori a pagamento favorisce davvero l’emergere degli autori più capaci?
Per me la questione sta così: se è l’autore a pagare, semplicemente non sei un editore, ma un tipografo. Prima dell’avvento del print on demand e dell’editoria digitale si poteva giustificare in qualche modo l’editoria a pagamento: ora non ha proprio più senso, e ritengo doveroso sensibilizzare gli autori in questo senso. In un mercato editoriale equo e meritocratico, un editore in difficoltà economica può comunque trarre profitto da consulenze e servizi.
Il self-publishing: se guardato dalla prospettiva di Amazon, non è certo rose e fiori. Perché sostenerlo?
Specifico che non sosteniamo il self-publishing dei gruppetti o singoli che si comprano copie da soli per salire in classifica, che creano recensioni filtri o abusano di altri trucchetti, e speriamo che Amazon si operi per garantire più equità. D’altro canto vedo invece numerosi autori che percorrono il percorso dell’auto-pubblicazione con intelligenza e passione; penso che editori digitali e self-publishers non debbano essere nemici o soggetti che si escludono a vicenda, ma possono bensì collaborare tra loro a vantaggio reciproco.
Tornando alla top 3 di cui sopra: esistono soluzioni pratiche affinché il mercato editoriale possa subire un cambiamento in positivo?
Come non esiste una soluzione immediata alla crisi economica, nemmeno la crisi dell’editoria si può risolvere nel giro di pochi mesi, soprattutto se gli attori non cambieranno la loro mentalità. Se in Paesi come gli USA o il Regno Unito la diffusione sempre crescente degli e-book ha compensato il calo del cartaceo e in Italia questo non è avvenuto, c’è da riflettere. L’e-book non vuole smantellare un sistema, ma renderlo al passo con i tempi, altrimenti il sistema è destinato a crollare da solo. Io credo che con gli anni assisteremo a sempre più forme di integrazione tra l’editoria tradizionale e quella digitale: pensate solo al potenziale inespresso della vendita in libreria. Senza un vero cambio di mentalità degli editori, della classe politica e quindi del pubblico, però, i buoni propositi resteranno solo chiacchiere.