#InAria. Immaginando di stare in aria per uscire a riveder le stelle
Ci sono dei luoghi incantati in cui nonostante il passare del tempo gli riservi molta solitudine e un aspetto talora dismesso, rimane una magia nascosta, pronta a esplodere all’occorrenza. Trattasi molto spesso di posti difficili da scovare e verso cui difficilmente ci si dirige, eccezione fatta per l’imprevisto o la banale occasione di passaggio. È bene che si sappia che ad Alvito, località eretta sul territorio della Valle di Comino nel Lazio, c’è una spinta giovane, fresca, che rende il paese e l’area circostante non più solo un territorio di passaggio. È una forza propulsiva che parte dalle fondamenta di un Castello sospeso in aria, la Rocca di Alvito che domina il paese e la valle dalla cima della collina, per ritornare alla terra e al territorio. Per sognare in grande, con la testa in aria, esplorando nuove forme di condivisione.
È la spinta che arriva dalla prima edizione di CastellinAria – Festival di Teatro Pop, iniziato sabato scorso, 21 luglio. La manifestazione, ideata e promossa dalla Compagnia Habitas in collaborazione con Ivano Capocciama, si pone come un’occasione per tracciare un ponte tra le energie teatrali contemporanee e le realtà locali, creando una sinergia e una nuova comunità che possano permanere anche al di là dal tempo ristretto di una manifestazione estiva.
Animando e valorizzando il territorio della Valle di Comino, attraverso la nuova drammaturgia e lo spettacolo dal vivo, la direzione artistica, le istituzioni – MiBACT, Regione Lazio, la Provincia di Frosinone e il Comune di Alvito – ma anche ogni artista che vi prende parte, iniziano un inaspettato dialogo con gli abitanti, avviando quel prezioso circolo che li condurrà a far parte di un’esperienza sui generis. Ed ecco che quei luoghi abbandonati e presto dimenticati diventano oasi in cui, al risveglio, basta una boccata d’aria fresca per sentirsi in pace, per sentirsi a casa. Una sensazione che si moltiplica e si alimenta attraverso gli spettacoli teatrali e i concerti serali in programma, e altre attività, musicali e ludiche per lo più, organizzate in raccordo con il territorio e le forze coinvolte, che rendono la programmazione di CastellinAria un intimo e coraggioso esempio di “festival diffuso” alla prima edizione, che già da ora, però, lascia prefigurare che non si esaurirà nel luogo in cui avviene – troppo spesso abbandonato a se stesso – perché la sua azione riverbera nella valle, attirando la curiosità di famiglie e persone dalle zone limitrofe.
Sabato scorso, al Cortile del Castello Cantelmo di Alvito la Direzione Artistica ha dato il suo benvenuto a ospiti e autorità locali che, dopo aver eseguito il taglio del nastro, ha inaugurato il festival letteralmente in aria, attraverso il lancio di moltissimi palloncini colorati, il tratto a vista più incisivo, identificativo di questo festival – subito dopo, naturalmente, il logo di CastellinAria, che rappresenta un castello che sormonta una C, lettera che suggerisce anche un globo aperto –, a testimonianza dell’allegra e vivace partnership realizzata con la Cattex Ballons. Un inizio festante. Un’atmosfera unica, incantata.
E abbiamo immaginato di elevarci anche noi, in aria, grazie alla performance di apertura del festival: lo spettacolo di Giorgio Colangeli che, accompagnato dalla chitarra di Tommaso Cuneo, ha incantato il pubblico con E quindi uscimmo a riveder le stelle, dalla Divina Commedia di Dante Alighieri.
Una classica forse, ma non facile e banale, esposizione dei primi sei canti della Cantica del Purgatorio ha colpito l’ascolto dello spettatore più attento, cullato dalla musicalità dei versi danteschi e affascinato dalla loro forza ancora attuale, accompagnandolo in un sogno a occhi aperti, con la complicità di una magnifica notte stellata.
Un debutto sotto molte e grandi stelle, dunque, quello di CastellinAria, in compagnia del teatro, dell’arte e della poesia. Chi vi ha partecipato lo ha subito compreso: almeno per il tempo leggero e spensierato del festival riusciremo a sentirci fluttuanti insieme a quei palloncini inaugurali e a riveder le stelle, per godere appieno di quella bellezza che sarà lì ad aspettarci anche il giorno seguente, e l’altro ancora, e ancora, e ancora…