Cinema

In Sala. Words and Pictures

Marina Niceforo

Meglio le immagini o le parole? Lo storico dibattito prende vita nel romance di Fred Schepisi con Clive Owen e Juliette Binoche

 

Tra gli eterni dibattiti dell’umanità ce n’è uno squisitamente cinematografico: meglio le parole o le immagini? Se il cinema è l’arte che per eccellenza unisce parole e immagini, allora i cinefili saranno contenti di provare a rispondere a questa domanda, e di seguire gli sviluppi della “guerra” in atto tra i due schieramenti in favore dell’una o dell’altra parte nel nuovo film di Fred Schepisi, Words and Pictures.

A difendere le parole, Jack Marcus (Clive Owen), professore di inglese avanzato in un liceo di provincia. Marc, come lo chiamano i suoi studenti, svolge il suo lavoro con passione e autentico amore per la lingua inglese; ha un passato non troppo lontano di poeta “laureato” e un presente in cui l’alcool è un problema quotidiano, talmente grande che forse gli farà perdere il posto di insegnante. Marc non può accettare che ciò avvenga, e quando a scuola arriva la pittrice Dina Delsanto (Juliette Binoche), la nuova insegnante di arte avanzata, prova a rimettersi in carreggiata come uomo e come docente scatenando una “guerra” tra parole e immagini che coinvolge tutti gli studenti. Dina è affetta da artrite reumatica e non può dipingere più come prima; disillusa e un po’ dura all’inizio, si ritrova quasi subito a capeggiare la fazione delle immagini, a suo avviso più potenti di qualsiasi parola.

Words and Pictures è una piccola delizia per i cinefili, perché quel dibattito non potrebbe essere per loro più caro: come prendere una posizione su due elementi così vitali per la bellezza di un film? Nel caso specifico, forse le parole prevalgono: nella sceneggiatura di Gerald Di Pego (Le parole che non ti ho detto) si avverte la cura prestata in ogni frase, ogni dialogo, specialmente di Jack; Clive Owen interpreta con rispetto e devozione il ruolo di un personaggio che, dall’inizio alla fine, tiene a quello che fa e alle persone intorno a sé e vuole dimostrarlo a tutti i costi. Altrettanto interessante quello di Dina, le cui motivazioni sono perlopiù spiegate – al contrario – nelle scene in cui dipinge nei limiti delle sue possibilità fisiche, a causa della malattia.

La seconda parte si concentra di più sul romance tra Jack e Dina e forse risulta più banale; se il film è piaciuto, si aspetterà con ansia il dibattito finale che stabilirà se siano più importanti le parole o le immagini; se non è piaciuto, si uscirà dalla sala senza aver colto il discorso meta-cinematografico e il messaggio che insiste sulla buona formazione dei giovani e sull’importanza degli insegnanti come figure di riferimento, ciò che costituisce sicuramente la parte più bella di questa storia.


Dettagli

  • Titolo originale: Id.
  • Regia: Fred Schepisi
  • Fotografia: Ian Baker
  • Musiche: Paul Grabowsky
  • Cast: Clive Owen, Juliette Binoche, Bruce Davison, Amy Brenneman
  • Sceneggiatura: Gerald Di Pego

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