In Sala. Wild
Dopo Dallas Buyers Club, Jean-Marc Vallée ci porta tra gli sconfinati paesaggi del Pacific Crest Trail, per raccontare una storia di tenacia, amore e rinascita.
Cheryl (Reese Witherspoon) è ad un punto sospeso della sua esistenza. Consumata lentamente dalla morte della madre (Laura Dern), che da brava l’ha trasformata in una cattiva ragazza, e da un matrimonio fallito, sente in lei il momento di vivere un’esperienza estrema sola con se stessa. È un libro ad illuminarla, con le immagini dei paesaggi mozzafiato della Pacific Crest Trail, e a convincerla da un giorno all’altro a percorrere a piedi un lungo sentiero dove cercare negli anfratti della natura quelli del proprio cuore.
Tratto dal libro omonimo Wild – Una storia selvaggia di avventura e rinascita, scritto proprio da Cheryl Strayed, il film di Jean-Marc Vallée si rivela essere purtroppo una ricerca disperata di senso e un calderone di sensazioni e paesaggi per i quali non bastano la bella fotografia (Yves Bélanger), il volto dolce e corrucciato della Witherspoon, e un montaggio (Martin Pensa, Jean-Marc Vallée) che parla per gesti ed emozioni, a fargli spiccare il volo. Il paragone con Into the Wild, abusato da molti, ci sembra inadeguato: l’ispirazione vi è senz’altro, segno antico di un legame tra ricerca del sé e natura forte e radicato nell’immaginario americano, ma, per l’appunto, si limita a un timido richiamo tematico.
Sin dalle prime scene Wild sembra prometterci quello che non può darci: ci si aspetta di essere travolti, estasiati e catapultati nella storia di questa donna selvaggia, e nonostante lo sforzo ci sia, non accade assolutamente nulla. La sceneggiatura di Nick Hornby è piatta, talvolta sfiora il prevedibile e non rende onore alle possibilità narrative della regia di Vallée che ha dietro di sé un film indimenticabile come C.R.A.Z.Y. Alla base di una storia biografica di questo tipo ci si sarebbe aspettato di vedere nel districarsi del viaggio un legame solido e crescente tra la protagonista e il paesaggio circostante: ma questi due poli non si attraggono, anzi quasi sembra si respingano a momenti, incapaci di compiere quel passo in più nello sfiorarsi.
Alla Whiterspoon che mette da parte i panni da eroina romantica per indossare quelli dell’anti-eroina carina e maledetta, non si può chiedere più: in lei si ritrova spesso quello sguardo perso che non può non aver deluso anche lo spettatore. Eppure il materiale c’è: è fresco, sempre attuale e affascinante, ma narrato e gestito così male da essere quasi offeso in un finale fatto di troppi paroloni da aforisma. È questo a fare di Wild un film inespressivo e facilmente dimenticabile: una scatola piena di pietre preziose troppo immature per essere esposte alla luce del sole.
Dettagli
- Titolo originale: Wild
- Regia: Jean-Marc Vallée
- Fotografia: Yves Bélanger
- Musiche: /
- Cast: Reese Witherspoon, Laura Dern, Thomas Sadoski, Michiel Huisman, Gaby Hoffmann
- Sceneggiatura: Nick Hornby