L’estate è agli sgoccioli, ma nelle sale cinematografiche italiane c’è ancora spazio per un film che può far sognare i ventenni con feste a bordo piscina, dj-set, discoteche e un po’ di romanticismo: si tratta di We Are Your Friends, storia di amicizia e grandi speranze che segna l’esordio alla regia per Max Joseph.

Quattro amici della San Fernando Valley coltivano il sogno di rendere le loro vite importanti: tra loro c’è Cole (Zac Efron), promettente dj alla ricerca della traccia musicale che gli farà ottenere il successo. Dopo il fortunato incontro con il dj di fama internazionale James Reed (Wes Bentley), Cole inizia a darsi da fare per mettere in mostra la sua musica e la sua abilità di far ballare le persone, conquistando ben presto le attenzioni della compagna di James, la bellissima Sophie (Emily Ratajkowski).

Indubbiamente la presenza della supermodella Emily Ratajkowski costituisce una delle attrattive principali di We Are Your Friends, insieme alla promessa di tanta musica e tanta bella vita anticipata dal trailer. In effetti non c’è molto altro in questo film, e lo spettacolo offerto basta soltanto a muovere i piedi al ritmo di dance dall’inizio alla fine, complice una colonna sonora con le hit del momento in cui spicca la title-track We Are Your Friends di Justice Vs. Simian.

Seppur cresciuto come attore, Zac Efron torna a vestire i panni del bravo ragazzo dalle alte aspettative, ma la storia della sua crescita personale e professionale, nonché dell’incontro con l’amore è così banale da non sorprendere mai; tutto, in questo film, si attiene strettamente agli stereotipi del teen-movie – dagli effetti delle droghe alle drammatiche conseguenze a cui porta il loro uso, al tentativo di guadagnare qualcosa con un deprimente lavoro d’ufficio, al mentore che fa aprire gli occhi al protagonista – così da non emozionare nemmeno nei momenti migliori.

Divertono le animazioni grafiche e le note tecniche sul mestiere del dj nella parte centrale del film, ma delude l’evoluzione del rapporto tra Sophie e Cole e quello tra Cole e i suoi migliori amici, personaggi minori che pure dovrebbero motivare la storia a cui danno il nome.

Un esordio appena sufficiente per Max Joseph – che a colpo sicuro si affida a riprese rapide e luci al neon per un effetto urbano e glamour – al quale manca, purtroppo, del buon materiale da narrare per convincere.