Cinema

In Sala. Vinodentro

Valentina Esposito

Un bicchiere di vino trasforma Vincenzo Amato in un Don Giovanni assetato di conoscenza nel nuovo film del milanese Vicentini Orgnani.

Un caso misterioso è quello che accende i luoghi affascinanti e misteriosi del Trentino nel thriller dai toni comici, quasi sfiorante il surreale è Vinodentro di Ferdinando Vicentini Orgnani. Giovanni Cuttin (Vincenzo Amato) è un uomo dal forte senso del dovere che l’ha portato a doversi accontentare del posto da impiegato di banca, deriso e sfruttato dal suo direttore. Qualcosa però scuote questa routine: Cuttin incontra durante un pranzo di lavoro ‘Il Professore’ (Lambert Wilson), un uomo che circondato dai suoi tre assistenti Marco, Luca e Matteo lo invita a bere il Marzemino.
Da quel momento il semplice funzionario si trasforma in un prestigioso direttore di banca, ma soprattutto diventa un esperto estimatore di vini che inizia a collezionare e a voler conoscere voracemente per imparare ad assaporarne l’essenza. È questo il mestiere che gli porterà tanta fortuna, ma che lo condurrà anche per strade tortuose nelle quali si troverà immischiato per caso o coincidenza anche il commissario Sanfelice (Pietro Sermonti).

Nel mondo c’è chi decide di stare in prima fila, chi in seconda e chi in ultima: questi in particolare sono da tenere d’occhio, perché tra le ombre oscure della sala potrebbero sorprenderci da un momento all’altro guadagnandosi un’interessante controluce. È proprio questo che accade a Cuttin che dalle vesti dell’uomo per bene, astemio e diligente fino al midollo, passa all’altro lato. Al pari di una fiaba, basta l’oggetto magico, il bicchiere di Marzemino, a trasformarlo in un ibrido personaggio che conserva il fascino del Don Giovanni e la fame di Faust, a cui Vincenzo Amato riesce a tenere testa in una riuscitissima prova d’attore.

Vinodentro non passa inosservato, perché sa valorizzare tutti quei dettagli che contribuiscono a costruire un bel film: un rapporto armonioso tra i luoghi, la fotografia (Dante Spinotti) e la musica, dialoghi concisi, intelligenti e inaspettati e una galleria di personaggi interessanti su cui si poteva però giocare di più, soprattutto sul commissario Sanfelice, a cui Sermonti sa dare una tinteggiatura convincente. Forse la pecca più grande del film è proprio quella di presentare tanti spunti, di approfondirli discretamente e di creare un po’ di effetto caos sul finale. Ad ogni modo Orgnani ci offre un lavoro godibile, segno che al regista le idee non mancano. Ammaliante, elegante e dal gusto irresistibile è la musica di Paolo Fresu, che costringe a restare in sala fino all’ultimo nome sui titoli di coda.

 


Dettagli

  • Titolo originale: Id.
  • Regia: Ferdinando Vicentini Orgnani
  • Fotografia: Dante Spinotti
  • Musiche: Paolo Fresu
  • Cast: Vincenzo Amato, Lambert Wilson, Pietro Sermonti, Erika Blanc, Gioele Dix
  • Sceneggiatura: Ferdinando Vicentini Orgnani, Heidrun Schleef

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