Cinema

In Sala. Una canzone per Marion

Vincenzo De Divitiis

Paul Andrew Williams volta pagina e cambia ancora una volta genere, andando a vivere la morte nel rapporto tra Arthur e Marion in una commedia a tratti vitale, a tratti sdolcinata

Torna nelle sale Paul Andrew Williams, regista ancora poco noto nel nostro paese, con un nuovo lavoro dal titolo Una canzone per Marion. Un’opera  che mette ancora una volta in mostra la duttilità stilistica e la capacità di svariare su più generi dell’autore inglese. Dopo essersi cimentato nel thriller con Cherry Tree Lane e in una horror-comedy come The Cottage, Williams si dedica ad una commedia sentimentale incentrata su una struggente storia d’amore in grado di emozionare e, allo stesso tempo, regalare un sorriso a chi guarda. Una vicenda umana complessa raccontata con semplicità e con la giusta dose di ironia tipicamente britannica, nonostante alcuni momenti eccessivamente sdolcinati.

Marion (Vanessa Redgrave) è un’anziana donna malata di tumore, animata dalla voglia di godersi i pochi mesi di vita rimasti dedicandosi alle attività del coro locale. Un passatempo non visto di buon occhio da suo marito Arthur (Terence Stamp) il quale fin da subito non prova simpatia per i membri del coro e, soprattutto, per la giovane direttrice Elizabeth (Gemma Arterton). La morte di Marion porterà l’uomo ad aprirsi al mondo esterno e a rivedere molti suoi atteggiamenti anche nei confronti del figlio James (Christopher Eccleston).

A dispetto del titolo il vero protagonista della storia è Arthur e il suo progressivo cambiamento interiore. La sua figura è quella di un uomo in apparenza burbero, diffidente verso gli altri ed incapace di comunicare con le persone care. Completamente agli antipodi è invece la moglie la cui caratteristica principale è la vitalità e la voglia di perseguire il suo obiettivo, rappresentato dal concorso canoro interpretabile come una metafora della vita, ossia un continuo mettersi in discussione. È proprio questa la lezione più importante lasciata in eredità da Marion al marito il cui cuore si apre a seguito della vicinanza della giovane Elizabeth grazie alla quale riesce a risvegliare in lui emozioni ormai sopite e la voglia di riprendere la propria vita in pugno: ne è un esempio il tentativo di ripristinare il rapporto con il figlio. Il regista si dimostra abile nel tratteggiare al meglio le complesse psicologie dei personaggi con l’ausilio delle ottime prove degli interpreti, su tutti Stamp la cui capacità di impossessarsi della scena lo porta a diventarne il padrone assoluto nel travolgente finale. Altri indiscutibili punti di forza,inoltre, sono i momenti di ilarità utili a mantenere alta l’attenzione dello spettatore come nelle sequenze delle performance degli anziani membri del coro il cui abbigliamento è tanto giovanile quanto goffo.


Dettagli

  • Titolo originale: Unfinished song
  • Regia: Paul Andrew Williams
  • Fotografia: Carlos Catalán
  • Musiche: Laura Rossi
  • Cast: Terence Stamp, Vanessa Redgrave, Gemma Arterton, Christopher Eccleston
  • Sceneggiatura: Paul Andrew Williams

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