In Sala. Un boss in salotto
Settentrione e Meridione ancora protagonisti nel film di Luca Miniero, regista di Benvenuti al Sud incapace di lasciare alle spalle la contrapposizione socio-culturale tra i due territori.
Luca Miniero, regista che ha firmato i successi Benvenuti al Sud e Benvenuti a Nord, torna al cinema piazzandosi primo al botteghino con il suo Un boss in salotto puntando su Paola Cortellesi, Rocco Papaleo e Luca Argentero in una commedia dai presupposti potenzialmente validi, ma dal risultato decisamente poco convincente.
Cristina (Cortellesi) ha deciso di rifarsi una nuova identità andando a vivere al Nord in provincia di Bolzano: nascosto accuratamente ogni possibile residuo partenopeo sfoggiando un dialetto tutto settentrionale e un portamento chic ed elegante. Ha messo su famiglia insieme a Michele Coso (Argentero), che in attesa di una promozione come direttore di marketing cresce con Cristina due figli a suon di slogan eco-compatibili e pillole di autostima per ricordare ogni giorno che al Nord si lavora, e seriamente.
A mettere però in crisi questa vita perfetta ci pensa l’arrivo di Ciro (Papaleo), il fratello di Cristina che ne ha combinata una delle sue al punto che si sospetta sia un influente boss della camorra. In attesa di giudizio allora sceglie di sostare a casa della sorella, sconvolgendo dentro e fuori la vita della famigliola.
Miniero ancora una volta non rinuncia a mettere a confronto i luoghi comuni e le differenze tra Nord e Sud quasi a volerne fare un rassicurante marchio di fabbrica per replicare il successo dei suoi lavori precedenti. Suo intento sembra essere quello di utilizzare il modello narrativo della commedia, giocando sempre sulla contrapposizione di interni e personalità, per non solo intrattenere a ritmo di risate il suo pubblico, ma presentare anche un messaggio sociale sul senso della famiglia, che giunge alla fine del film in modo prevedibile e banale. Il grande problema è che i due obiettivi vengono portati a termine con scarso successo.
Alla presentazione di un evento, ad esempio l’arrivo del “Boss”, si creano una serie di sotto-eventi consequenziali che potevano essere interessanti e spunto di riflessione sulla natura dei rapporti sociali e anche sui ruoli assunti da ognuno all’interno di diversi microcosmi sociali. Se solo durante la visione non si avesse costantemente l’impressione che Un boss in salotto si sforzi di far ridere senza riuscirvi, limitandosi ad un numero di massimo due o tre gag efficaci e memorabili, accontentandosi di una pacificazione tra i personaggi che appare artificiosa.
Il soggetto del film offre davvero molteplici possibilità, risolte però con una comicità troppo comoda e talvolta di dubbio gusto, che non riesce totalmente a coinvolgere lo spettatore. Eccellente Paola Cortellesi, discreto il Ciro di Rocco Papaleo e indeciso il debole padre di famiglia affidato a Luca Argentero.
Dettagli
- Titolo originale: Id.
- Regia: Luca Miniero
- Fotografia: Federico Angelucci
- Musiche: Umberto Scipione
- Cast: Paola Cortellesi, Rocco Papaleo, Luca Argentero, Angela Finocchiaro, Alessandro Besentini
- Sceneggiatura: Luca Miniero
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