In Sala. The Hateful Eight
Otto immensi protagonisti per l’ottavo film di Quentin Tarantino, un omaggio al grande western e un esercizio stilistico che è quasi un vezzo d’autore.
Ogni film di Quentin Tarantino è un evento cinematografico atteso da pubblico e critica, e The Hateful Eight, il suo ottavo film, lo è anche perché disponibile (purtroppo limitatamente) in una versione deluxe in 70 millimetri, oltre che nel più comune formato digitale; in entrambi i casi, comunque, il piacere è assicurato.
Per il suo secondo western (dopo Django Unchained), Tarantino mette da parte l’azione e si concentra sullo sviluppo di una situazione statica con un gruppo di personaggi in un unico ambiente chiuso, lasciando fare tutto ai dialoghi. Un omaggio da lui stesso riconosciuto a tanti film del passato, un esercizio di stile che forse solo lui poteva fare.
Nel pieno di una bufera di neve sulla strada per la cittadina di Red Rock, tra le montagne del Wyoming, otto loschi figuri trovano rifugio all’“emporio di Minnie”, dove dovranno convivere in attesa che le condizioni migliorino. Tra di essi c’è un cacciatore di taglie (Kurt Russell, John Ruth “il Boia”) che sta portando un’assassina alla forca (la candidata all’Oscar come migliore attrice non protagonista Jennifer Jason Leigh, alias Daisy Domergue), un ex maggiore dell’esercito nordista (Samuel L. Jackson), due ex confederati (Walton Goggins e Bruce Dern), e tre uomini che probabilmente non sono chi dicono di essere (Tim Roth, Michael Madsen, Demián Bichir). È l’inizio di una caccia al bugiardo…
Tarantino si conferma ancora una volta formidabile sceneggiatore, almeno per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi: tutti e otto sono, senza ombra di dubbio, enormi ed eccitanti, a partire da quello – continuamente tartassato – di Daisy. Malgrado una prima parte piuttosto descrittiva che risulta molto meno coinvolgente rispetto a quella centrale e ovviamente al finale, i dialoghi brillanti e l’umorismo nonsense, uniti ad una buona dose di violenza fisica e verbale, sostengono comunque la narrazione per le quasi tre ore del film. L’uso dei tempi non è forse il migliore della sua filmografia, ma funziona comunque per intessere una trama alla Dieci piccoli indiani con tanto di elemento sorpresa.
Tantissimi i richiami autoreferenziali (dalla neve macchiata di sangue di Kill Bill, alla baita di Bastardi senza gloria, al discorso politico di Django Unchained) e ai maestri del western e dello spaghetti western, per una regia che punta alla ricercatezza e al preziosismo stilistico, nonché alla cura dei dettagli. Fotografia e musiche candidate all’Oscar grazie a Robert Richardson ed Ennio Morricone (già vincitore del Golden Globe per questa categoria).
Dettagli
- Titolo originale: The Hateful Eight
- Regia: Quentin Tarantino
- Genere: Western
- Fotografia: Robert Richardson
- Musiche: Ennio Morricone
- Cast: Kurt Russell, Samuel L. Jackson, Jennifer Jason Leigh, Walton Goggins, Demian Bichir, Tim Roth, Michael Madsen, Bruce Dern, Channing Tatum
- Sceneggiatura: Quentin Tarantino