Cinema

In Sala. Synecdoche, New York

Cristina Lucarelli

La prima regia dell’acclamato sceneggiatore Charlie Kaufman riunisce con abile mano il rapporto tra realtà e immaginario.

La sineddoche è quella figura retorica che consiste nella sostituzione di un termine con un altro che ha con il primo una relazione di vicinanza; un procedimento che può risultare complesso da spiegare, così come è complessa questa prima regia di Charlie Kaufman (già sceneggiatore di film come Essere John Malkovic e Se mi lasci ti cancello): Synedoche, New York.

Caden Cotard (Philip Seymour Hoffman) è un regista teatrale di successo, ma che vive una condizione esistenziale minata da una galoppante ipocondria. Dopo che il suo ultimo lavoro, una rilettura di Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller, non è stata esattamente osannata dalla critica, Il protagonista vede sfumare anche la felicità familiare. La vita dell’affermato autore è, infatti, sconvolta anche da problemi con la moglie e la figlia che, mescolati assieme alle proprie psicosi, spingeranno il protagonista ad ideare un’opera dove realtà e finzione diventano indistinguibili e legate indissolubilmente, così come la stessa percezione della quotidianità che ha oramai Cotard.

Synedoche, New York è il racconto di una vita in crisi, quella di un’artista e di un uomo, delle sue fragilità e dell’incredibile rapporto vero/falso, in una riproduzione concettuale dell’ambiguo che vela di malinconia una pellicola incredibilmente criptica, illuminata (e illuminante), ma anche sfuggente al tempo stesso. In un quadro dipinto con un’ardua regia, Kaufman confonde sapientemente realtà e immaginario, con potenza narrativa, profondità ed originalità.

Menzione a parte per Philip Seymour Hoffman – recentemente scomparso – impegnato in una prova eccezionale: tra voli pindarici, ragione e sentimento, perdizione e riscatto, sogno e disillusione, l’attore da sfoggio di un’interpretazione che stringe lo spettatore in una morsa ipnotica, fino a farlo sciogliere in una triste e viscerale partecipazione. Opera ibrida e suggestiva, questa prima fatica del cineasta statunitense, permette al pubblico di perdersi in una complessa struttura audiovisiva che cristallizza la disperazione di una vita tragica tra simbolismi e corporeità. Una riflessione tangibile sull’idea stessa di esistenza, un complicato incastro di tasselli che trova nell’interpretazione lirica di Hoffman il mezzo in più per una riuscita dannatamente autentica, umana e viscerale.


Dettagli

  • Titolo originale: Id.
  • Regia: Charlie Kaufman
  • Fotografia: Frederick Elmes
  • Musiche: Jon Brion
  • Cast: Philip Seymour Hoffman, Samantha Morton, Tom Noonan, Michelle Williams, Catherine Keener, Jennifer Jason Leigh, Emily Watson,
  • Sceneggiatura: Charlie Kaufman

Una selezione delle notizie, delle recensioni, degli eventi da scenecontemporanee, direttamente sulla tua email. Iscriviti alla newsletter.

Autorizzo il trattamento dei dati personali Iscriviti