In Sala. Smetto quando voglio
L’opera prima di Sydney Sibilia ironizza sul pericolo lauree nella società italiana odierna, devota alle contraddizioni più assurde.
L’arte dello sdrammatizzare anche sulle situazioni più drammatiche è da sempre una prerogativa della nostra cultura e soprattutto del nostro cinema, come dimostra la stagione aurea della “commedia all’italiana” nella quale dietro ogni sorriso si celava una riflessione amara sulla società e sulla condizione del cittadino medio.
Una caratteristica tornata prepotentemente in auge in questi ultimi anni che vedono lo “stivale” attraversare una crisi economica e culturale senza precedenti con conseguenti ricadute negative sulle nuove generazioni. È questo il punto nodale attorno al quale ruota l’opera prima del regista salernitano Sydney Sibilia che con il suo Smetto Quando Voglio fotografa, con toni ironici ma mai banali, la condizione difficile e per certi versi disperata dei laureati in Italia.
Pietro Zinni (Edoardo Leo) è un brillante ricercatore universitario, laureato in chimica e con la prospettiva di costruire una famiglia con la sua fidanzata, Giulia (Valeria Solarino). Dopo aver visto sfumare il rinnovo della borsa di studio, però, l’uomo si trova a fronteggiare spese che non può più sostenere e che lo portano a convocare alcuni suoi amici, anch’essi ricercatori senza impiego, a formare un banda dedita allo spaccio di una droga ottenuta attraverso sostanze giudicate legali in Italia. Il gruppo, così, inizia ad ottenere una ricchezza smisurata e vivere pericolose dinamiche criminali a loro poco conosciute.
“Benvenuti nel paese delle contraddizioni”, questo potrebbe essere lo slogan tanto sintetico quanto efficace per presentare una nazione in cui la laurea rappresenta più un ostacolo che un motivo di vanto e l’occasione per delinquere si presenta più ghiotta che mai per via di una bizzarra classificazione delle sostanze stupefacenti da parte dello stato. Un quadro del genere non può non rappresentare il giusto sfondo per una vicenda dalle forti tinte comiche che strizza l’occhio ai telefilm americani contemporanei senza risultare scontata e contaminata dalle volgarità che troppo spesso imperversano sugli schermi nostrani.
Sono proprio questi i punti di forza di una pellicola ben valorizzata da una fotografia (realizzata da Vladan Radovic) grazie alla quale vengono ricreate ambientazioni di stampo hollywoodiano ed interpretata al meglio da un cast nel quale spiccano attori di talento (Stefano Fresi, lo stesso Leo e Pietro Sermonti su tutti), molto abili nel conferire ai protagonisti la giusta vena caricaturale che sfocia in scene esilaranti e grottesche. Unico neo è l’inserimento del personaggio di Giulia (non convince l’interpretazione della Solarino) la cui presenza sembra in alcuni casi forzata e poco aderente al contesto.
Dettagli
- Titolo originale: Id.
- Regia: Sydney Sibilia
- Fotografia: Vladan Radovic
- Musiche: Andrea Farri
- Cast: Edoardo Leo, Libero De Rienzo, Pietro Sermonti, Valerio Aprea, Stefano Fresi, Lorenzo Lavia, Valeria Solarino, Sergio Solli, Paolo Calabresi
- Sceneggiatura: Valerio Attanasio, Andrea Garello, Sydney Sibilia