In Sala. Self/less
Il visionario Tarsem Singh guarda al futuro dell’uomo con un imperfetto thriller fantascientifico.
Il cinema, come tutte le altre arti in generale, ha da sempre stuzzicato e dato corpo alle fantasie e i desideri più radicati nell’uomo fin dalla notte dei tempi: tra questi quello più diffuso e utilizzato dai cineasti è senza dubbio il sogno dell’immortalità. Una tematica sviluppata in tutte le salse che viene ripresa anche da Tarsem Singh nel suo nuovo lavoro dal titolo Self/Less, un thriller di matrice fantascientifica che vede come motore della vicenda il trasferimento di un’anima da un corpo all’altro. Quello che viene fuori è un film avvincente, ma carente di quelle caratteristiche che lo avrebbero reso qualcosa di più di una semplice pellicola utile a passare più di un’ora e mezza di buon intrattenimento.
Damian Hale (Ben Kingsley) è un imprenditore miliardario che negli anni ha saputo guadagnare fama e successo con la ricostruzione di intere zone della città di New York. Una grande ascesa destinata però a finire presto a causa di un cancro incurabile che gli lascia soltanto pochi mesi, periodo sufficiente a escogitare un piano per restare in vita attraverso una terapia segreta che gli permette di trasferire la propria anima in un corpo giovane e forte: lo “shedding”. Damian rinasce nel corpo prestante di Edward (Ryan Reynolds) ma, dopo un iniziale periodo di benessere e felicità, i vecchi ricordi appartenenti al nuovo corpo riaffiorano e fanno riemergere segreti che sarebbe stato meglio non svelare.
La prerogativa di Singh non è certo l’originalità e ciò lo dimostra una trama trita e ritrita, prevedibile in alcuni punti e sostenuta da una sceneggiatura compatta e lineare, seppur con qualche buco di troppo e un ritmo non sempre costante soprattutto in una parte centrale nella quale fanno capolino alcuni elementi pressoché inutili e poco funzionali. Ciò che però salva davvero il film e lo tiene a galla è l’abilità del regista nel saper tenere viva la tensione e il gusto con cui sono girate la ammirevoli scene d’azione, fatte di sporadici ma intensi duelli corpo a corpo e un adrenalinico, anche se troppo brevi, inseguimenti automobilistici volti a rafforzare l’idea di intrattenimento di cui si diceva sopra.
Il vero punto debole del film, tuttavia, è riscontrabile nella scarsa caratterizzazione dei personaggi con le loro vicende che non appassionano e non contribuiscono a creare una forte empatia tra questi e lo spettatore; un difetto acuito anche da un cast, nel quale possiamo contare anche Natalie Martinez e Matthew Goode, composto da attori anonimi e autori di prove non adeguate per trasmettere il giusto carisma ai personaggi da loro interpretati. Volendo tirare un po’ le somme, Self/Less può essere catalogata a tutti gli effetti come una grande occasione persa che poteva essere sfruttata decisamente meglio.
Dettagli
- Titolo originale: Self/less
- Regia: Tarsem Singh
- Fotografia: Brendan Galvin
- Musiche: Antônio Pinto, Dudu Aram
- Cast: Ryan Reynolds, Matthew Goode, Ben Kingsley, Natalie Martinez, Victor Garber
- Sceneggiatura: David Pastor, Àlex Pastor